Giugno 2014, sullo smaltimento rifiuti ancora il primato dell’incenerimento contro gli interessi collettivi

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Sappiamo dai dati di Bilancio di molti Comuni italiani, pubblicati e convalidati dal Ministero dell’Ambiente, che sono notevolmente aumentate le entrate collegate alle raccolte dei rifiuti urbani con il sistema del porta a porta, grazie alla vendita delle materie prime recuperate dai rifiuti. Infatti, con tale sistema di raccolta, oltre ad aumentare le quantità di carta, cartone, vetro, plastiche e metalli recuperati, sono migliorate le loro qualità e le industrie oggi pagano, in media, secondo la convenzione Anci/Conai (vedi gli allegati tecnici), da dieci a cento volte tanto le partite di rifiuti che contengono una modesta frazione estranea. Viceversa, con i cassonetti stradali il materiale raccolto non ha spesso valore commerciale per la presenza in esso di frazioni estranee.

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Aggiornamento 2014 sullo stato d’inquinamento da Arsenico nella piana di Follonica/Scarlino

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Gli ultimi dati del 2014 sull’inquinamento da Arsenico delle falde idriche di Follonica-Scarlino confermano quello che andiamo sostenendo da anni: finora gli Enti Locali hanno approvato progetti di bonifica solo parziali e non risolutivi del pericolosissimo problema, continuando a sottostimarlo.

Stiamo parlando di un fenomeno che, per chi non conosce i dati del processo produttivo che lo ha generato, è molto difficile da comprendere, perché la nostra mente non riesce a immaginarlo (se non ci credete, provate a concepire i numeri che verranno di seguito prodotti). La legge prescrive che siano quantificate e individuate tutte le fonti inquinanti, cosa che finora non è stato fatto dagli Enti pubblici locali. Da questa constatazione sono derivate le denunce pubbliche delle Associazioni ambientaliste, riportate correttamente dal “Il Tirreno”.

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Parola di assessore

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Dopo dieci anni di segnalazioni, petizioni e diffide, l’Amministrazione comunale  ha avviato le opere per eliminare i rischi sanitari dovuti alla trasformazione subita dal vecchio fosso Beveraggio,  divenuto una fogna a cielo aperto che versa liquami fognari senza depurazione sul canale S.Rocco, che sfocia nel porto canale di Marina di Grosseto.

Una volta il fosso Beveraggio portava acqua ai capi di bestiame che sostavano nei pressi della stazione di Grosseto, ma da qualche anno è stato documentato da Arpat che oltre ai valori fuori norma per inquiamento biologico erano presenti diversi metalli tossici e pericolosi fuori norma.

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Ripulire? Un’impresa ciclopica «che sarà a carico dei cittadini»

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Il Tirreno del 30-09-2011, riporta i dati della Conferenza Stampa del 29 a Follonica Sala Consiliare Comune di Follonica, convocata dal Comitato per il No all’inceneritore di Scarlino.

«In base agli accordi Eni non pagherà che la minima parte»

«Un progetto di bonifica deve essere fatto in maniera unitaria», dice l’avvocato del Comitato del No all’inceneritore, Franco Zuccaro. «Diviso in fasi rappresenta un’eccezione», ma non doveva essere quella applicata nell’area del Casone, secondo gli ambientalisti.
Alla luce dello studio presentato e delle valutazione rimangono quindi alcune domande in sospeso: a che punto è il piano unitario per la bonifica della falda? E soprattutto, chi lo paga?
Partiamo da qui, dalla ripartizione dei costi. Gli accordi prevedono che le spese saranno ripartite in base alla superfice del terreno che ogni soggetto (pubblico o privato) possiede in quella zona. Questa è cosa nota, ma c’è un aspetto interessante illustrato dagli ambientalisti. Riguarda l’accordo stipulato tra Eni (un tempo proprietaria di gran parte della superficie), Regione e Provincia, che vede l’ex società pubblica mantenere la titolarità (e dunque la responsabilità) di soli cinque ettari nella zona del casone, rispetto ai 500 a cui ammonta nel totale. Quindi, nonostante lo studio presentato dalle associazioni dimostri che l’inquinamento sia dovuto in parte a rifiuti sotterrati anni fa, «l’Eni dovrà pagare soltanto per la sua porzione di terreno – spiega Barocci – ossia cinque ettari».
In questo quadro, è stata contestata subito la proposta del sindaco Maurizio Bizzarri di far entrare Coseca (consorzio pubblico) all’interno della società che controlla l’inceneritore, Scarlino Energia. «Il rischio è che a pagare le bonifiche siano i cittadini», dice il leader ambientalista. In aggiunta, tra l’altro, agli ettari che già sono di proprietà del Comune di Scarlino.
Ma prima di arrivare al conto serve la portata, rappresentata in questo caso dal piano unitario per la bonifica della falda. Se ne è parlato proprio ieri nel consiglio comunale di Scarlino, in cui Bizzarri ha dato notizia di aver chiesto alla Regione la proroga di un anno nella consegna del piano.
L’accordo Syndial infatti prevedeva la presentazione entro il 2012, ma a causa «dei lunghi iter e delle procedure da mettere in campo non è stato possibile rispettare il termine», ha detto il sindaco. Proroga che con ogni probabilità verrà concessa.
La prossima tappa adesso è in agenda per ottobre, quando Bizzarri incontrerà le aziende della Piana perportare avanti il progetto unitario di bonifica.
A.F.