Dopo dieci anni di segnalazioni, petizioni e diffide, l’Amministrazione comunale ha avviato le opere per eliminare i rischi sanitari dovuti alla trasformazione subita dal vecchio fosso Beveraggio, divenuto una fogna a cielo aperto che versa liquami fognari senza depurazione sul canale S.Rocco, che sfocia nel porto canale di Marina di Grosseto.
Una volta il fosso Beveraggio portava acqua ai capi di bestiame che sostavano nei pressi della stazione di Grosseto, ma da qualche anno è stato documentato da Arpat che oltre ai valori fuori norma per inquiamento biologico erano presenti diversi metalli tossici e pericolosi fuori norma.
Quando abbiamo visto che i lavori iniziati depositavano sui terreni agricoli adiacenti i fanghi prelevati dall’alveo, abbiamo scritto una nota, pubblicata sulla stampa l’8 novembre, per segnalare i rischi ambienantali.
“Quella melma non è affatto pericolosa”. Titola il giorno dopo “Il Tirreno”, riportando le parole dell’Assessore Tei, che ci avrebbe minacciato persino del reato di Procurato allarme, mentre “La Nazione” titola. “Tei:I fanghi del fosso Beveraggio non sono assolutamente rifiuti pericolosi”.
Avevamo detto ad un giornalista, che chiedeva cosa ne pensassimo delle dicharazioni dell’Assessore, che se quei fanghi non fossero stati immediatamenti rimossi avremmo chiamato i carabilieri, perchè i prelievi dei campioni analizzati per conto del Comune da un privato non erano conformi alla legge.
Dopo 7 giorni, sabato 16 novembre “Il Tirreno” titola: “NIchel nei fanghi del beveraggio. Le analisi confermano, è fuori dai parametri. Verranno smaltiti a piombino. Ma resta un dubbio: chi è che inquina?”
Poichè la domanda rimane senza risposta abbiamo scritto un breve commento