Inceneritore di Scarlino: “In nome del popolo italiano…”

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La vicenda dell’inceneritore di Scarlino è giunta alla fine. Il popolo di Follonica/Scarlino  è sceso diverse volte in piazza per chiederlo  e lo farà ancora…Ma non sarà più solo, ne sono certo: tra qualche settimana, o al massimo tra qualche mese, qualche Magistrato, “In nome del popolo italiano…” chiuderà quell’impianto, perché ha incenerito rifiuti in violazione di leggi.

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Trasferite tonnellate di Arsenico con le ceneri di pirite, commercializzate senza prescrizioni

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La Nuova Solmine Spa di Scarlino, produttrice di acido solforico, negli ultimi anni ha trasferito un milione e mezzo di tonnellate di ceneri di pirite in altri luoghi d’Italia. Tale rifiuto è pericoloso, perchè capace di cedere, se lasciato sotto la pioggia in ambiente umido e leggermente acido, come nel sito Gr 66, diversi metalli tossici e nocivi, tra cui arsenico. Poichè è stato ceduto non come rifiuto, ma come materiale liberamente commerciabile, quindi senza prescrizioni, è necessario  sapere con urgenza dove è stato collocato, per evitare che rilasci altro arsenico nell’ambiente.

L’arsenico è elemento cancerogeno di I^ classe, secondo lo IARC, e ne sono sufficienti 10 microgrammi per rendere un litro d’acqua non potabile; una tonnellata di arsenico rende non bevibile 100 milioni di metri cubi di acqua, mentre con quelle ceneri sono state trasferite centinaia di tonnellate di arsenico. Le  acque di falda, che transitano oggi sotto il deposito di ceneri al Casone di Scarlino, ricevono costantemente arsenico e l’ARPAT vi ha  registrano recentemente un dato medio di oltre  mille microgrammi per litro, cento volte i limiti di legge.

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Aggiornamento 2014 sullo stato d’inquinamento da Arsenico nella piana di Follonica/Scarlino

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Gli ultimi dati del 2014 sull’inquinamento da Arsenico delle falde idriche di Follonica-Scarlino confermano quello che andiamo sostenendo da anni: finora gli Enti Locali hanno approvato progetti di bonifica solo parziali e non risolutivi del pericolosissimo problema, continuando a sottostimarlo.

Stiamo parlando di un fenomeno che, per chi non conosce i dati del processo produttivo che lo ha generato, è molto difficile da comprendere, perché la nostra mente non riesce a immaginarlo (se non ci credete, provate a concepire i numeri che verranno di seguito prodotti). La legge prescrive che siano quantificate e individuate tutte le fonti inquinanti, cosa che finora non è stato fatto dagli Enti pubblici locali. Da questa constatazione sono derivate le denunce pubbliche delle Associazioni ambientaliste, riportate correttamente dal “Il Tirreno”.

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L’arsenico dalle falde di Scarlino è passato a quelle idropotabili di Follonica

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Avevamo vinto il referendum sull’Acqua pubblica e loro mantenevano le società private di gestione degli acquedotti, a cui garantivano rendite parassitarie. Continuavano a delocalizzare in Asia le attività lavorative e loro sostenevano che le libertà di movimento dei capitali erano intoccabili. Intervenivano nelle guerre in Medio Oriente, ma negavano asilo ai fuggiaschi che non avevano la libertà di scappare e di raggiungere le nostre coste. Aumentava la disoccupazione e loro continuavano a tagliare i servizi pubblici. Ero indignato. Continua a leggere