Il “caso” ippodromo di Follonica

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Sono in tanti a Follonica e negli uffici tecnici, pubblici e privati della nostra provincia, a conoscere bene i particolari, assolutamente sconcertanti, della vicenda che ha visto sorgere in un’area a destinazione agricola, poi dedicata al nuovo ippodromo, ben 167 abitazioni. Una vicenda che ha visto eludere tutte le regole di una ragionevole e razionale urbanistica, sottraendo alla comunità sia gli oneri di urbanizzazione, che tutti pagano per realizzare le necessarie opere pubbliche, sia il prezioso paesaggio rurale della Maremma, che dal parco di Montioni scende sino alla vecchia Aurelia.

Lo sconcerto deriva dalla constatazione della esistenza nel nostro territorio di una lobby spregiudicata e convinta di rimane impunita, che fin dall’inizio ha pensato di piegare ad atti illegittimi non solo qualche sindaco o funzionario compiacente, ma l’intera collettività, l’intero Consiglio comunale e i partiti di governo della città e della Provincia di Grosseto.

Questa lobby strumentalmente ha prima preteso di accreditare il ridicolo numero di 356 unità lavorative da occupare nei lavori ordinari dell’ippodromo, a cui fornire in quel luogo un alloggio nelle cosiddette foresterie, e poi ha preteso di accreditare la legittimità della vendita di tali abitazioni sul mercato. Il tutto attraverso atti pubblici chiaramente illegittimi e che oggi il Tribunale del Riesame conferma come tali.

Sui pubblici amministratori è calata la prescrizione dei reati commessi. Ma negli ultimi dodici anni questa vicenda ha pesantemente segnato la vita politica di Follonica: si sono registrate molte lacerazioni, con dimissioni in seno a diversi Consigli comunali, alle Giunte e nei partiti; molti hanno abbandonato la politica sfiduciati e amareggiati.

Oggi i partiti che governano sia la Provincia di Grosseto, sia la città di Follonica portano un’eredità molto pesante e, anziché tacere, dovrebbero fare una seria autocritica sulla vicenda Ippodromo di Follonica e proporre di sanare questa perdurante violazione della legalità e delle regole di convivenza civile.

I danni al territorio sono stati ormai consumati e le abitazioni sotto sequestro giudiziario probabilmente torneranno nella disponibilità del pubblico.

Allora la Politica dia un segnale riparatorio: destini e vincoli quelle abitazioni per soddisfare la richiesta di edilizia economico popolare. In tal modo la collettività potrà avere memoria di una vicenda vergognosa, ma anche memoria di una svolta e di una indipendenza riconquistata.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista e ReteAmbienteGr