Le bugie della Provincia sulle diossine a Scarlino

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L’Arpat aveva prelevato campioni a Scarlino il 15 maggio scorso e già segnalato un superamento di 5 volte i limiti di legge sulle diossine.

Le bugie della Provincia, comunicate alla pubblica opinione dalla Stampa locale, come sempre senza alcuna verifica (la società privata avrebbe segnalato di sua iniziativa -!!!- con un suo accertamento il superamento dei limiti di legge delle diossine) sono smentite dalla ricostruzione dei fatti pubblicati da Arpat.

Verificate (!!!) sul sito dell’Arpat:
Inceneritore di Scarlino (GR): superamento limiti per diossine.

Pertanto, visti i precedenti documentati, poichè l’Arpat compie questo accertamento due volte all’anno, i Sindaci di Scarlino e Follonica dovrebbero ottenere dalla Provincia una prescrizione che consenta il monitoraggio settimanale o giornaliero delle diossine compiuto da soggetto esterno.

Per chi non lo avesse letto/pubblicato, ecco il comunicato stampa inoltrato ieri, dove sono documentati i precedenti valori fuori norma.

I cittadini grossetani pagano gli aggravi sui rifiuti e gli errori di programmazione

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Il quotidiano on line 0564news del 19-10-2011, riporta i dati della Conferenza Stampa di  mercoledì 19 ottobre 2011 convocata dalla Rete Ambiente Grosseto.

Subito un confronto con le amministrazioni – no all’ingresso in futura e scarlino energia

Rete Ambiente Gr ha promosso una conferenza stampa per presentare dati e documentazioni sul problema dei rifiuti.

Presenti, oltre a Roberto Barocci, Alberto Frattini, Patrick Marini, Giuliana Gentili, per dire che la nuova Rete non ha portavoce ed è aperta a tutti sulle iniziative concrete di tutta la Provincia.

Barocci ha proiettato una serie di diapositive ricche di elementi inconfutabili e chiari, a partire dai dati ufficiali di Raccolta Differenziata pubblicati con decreto dalla Regione Toscana.

Siamo in fondo alla classifica regionale e paghiamo penale del 20 per cento più un tanto a tonnellata a seconda dei comuni.

Uniche eccezioni lodevoli il quartiere di Barbanella a Grosseto e il comune di Magliano con il suo 58,70 e solo 5,16 a tonnellata ( perché il resto va in discarica).

Davvero un crollo, numeri pesanti per la Provincia e per il comune capoluogo, li mettiamo qui sotto.
Siamo fuori dalle normative sia nazionali che regionali, altro che il 45 per cento entro il 2008 e addirittura il 65 entro il 2012.

Ma si deve guardare anche a un altro dato: quello che fa parlare Barocci di errori nella programmazione dell’Ato Sud e del Piano Rifiuti della Provincia ancora del 2002. Perché prevedevano un incremento annuo di rifiuti di quasi il 5 per cento e le recenti Convenzioni di ATO impongono ai Comuni quote ormai illusorie per un periodo di 27 anni (!) da conferire agli impianti sovradimensionati delle Strillaie e all’inceneritore di Scarlino.

Il fatto è che, osservando i numeri, si vede che sono diminuiti i rifiuti in quanto tali, con tutta probabilità per la crisi economica che stiamo attraversando e forse anche per l’inizio di una controtendenza rispetto al consumismo degli anni ai quali ancora i nostri amministratori si stanno ispirando: i decenni del secolo scorso.

Riguardo ai costi della Raccolta spinta con il metodo del Porta a Porta, un altro dato rivela che non tornano le previsioni del Coseca e anche del nuovo Assessore all’ambiente di Grosseto a proposito dei costi che comporterebbe l’estensione ad altri quartieri della stesso sistema.

Ancora una volta preferiamo fare parlare i numeri direttamente, perché è la prima volta che vengono presentati, che testimoniano che dopo un costo iniziale il PAP, oltre a farci rientrare nelle norme, è conveniente.

Barocci chiede di ragionare sui costi, sulle riduzioni e sui recuperi e sull’ottima qualità della raccolta che potrebbe trasformarsi in reddito, come sta appunto dimostrando l’intero quartiere di Barbanella.

Non è neanche immaginabile a questo punto rinviare un deciso aumento nella Raccolta differenziata in tutta la provincia ed è inutile e fuorviante parlare di ingresso dei Comuni, già inadempienti alle normative, in qualsiasi altro organismo, come si è fatto in questi giorni a proposito di Futura e Scarlino Energia perché non ci sono le condizioni di efficacia economica per l’intera collettività. Gli amministratori pubblici, ha detto Barocci, devono fare l’interesse comune e i sindaci possono rinegoziare i contratti con gli imprenditori privati.
Questi possono guadagnarci, basti vedere alcuni esempi già in essere in Veneto, o quello di Capannori. Se si pensa di continuare a imbalsamare invece la nostra provincia, dovremo continuare a pagare le penali. E non va bene.

E’ stata annunciata la nascita di un Comitato Provinciale per il Porta a Porta per diffondere, anche in Maremma, culture e pratiche indispensabili in una società civile.

Presenti all’incontro anche alcuni cittadini di Marina di Gr e il Presidente del Comitato per il No all’inceneritore di Follonica, Mario Monciatti.

Un cittadino di Grosseto, Fabrizio Randazzo, ha espresso la necessità di un’informazione più approfondita e veritiera sugli effetti dell’incenerimento dei rifiuti per le gravi conseguenze che possono avere sulla salute della popolazione. Ha citato lo sconvolgente video su youtube dal titolo “ Forlì, Inceneritori e tumori. Fatti e misfatti” su come un bambino possa morire in tenera età per questi motivi.

Vittoria Guglielmi

Sull’ingresso degli enti pubblici nelle società Futura e Scarlino Energia

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“Chiediamo con urgenza ai Sindaci un confronto pubblico sui dati certificati da ARRR e sui dati prodotti dall’ATO/rifiuti: gli errori compiuti dimostrano che non c’è una seria prospettiva per entrare nelle società Futura e Scarlino Energia”

Conferenza Stampa, Grosseto, Sala della Circoscrizione di Barbanella, Via Giusti – mercoledì 19 ottobre 2011, ore 11,00

Appena possibile verranno messi on-line le slide della conferenza stampa nel mentre per i dettagli vi rimando a questo ottimo articolo sul sito di Rete Ambiente Grosseto.

 

Il “caso” ippodromo di Follonica

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Sono in tanti a Follonica e negli uffici tecnici, pubblici e privati della nostra provincia, a conoscere bene i particolari, assolutamente sconcertanti, della vicenda che ha visto sorgere in un’area a destinazione agricola, poi dedicata al nuovo ippodromo, ben 167 abitazioni. Una vicenda che ha visto eludere tutte le regole di una ragionevole e razionale urbanistica, sottraendo alla comunità sia gli oneri di urbanizzazione, che tutti pagano per realizzare le necessarie opere pubbliche, sia il prezioso paesaggio rurale della Maremma, che dal parco di Montioni scende sino alla vecchia Aurelia.

Lo sconcerto deriva dalla constatazione della esistenza nel nostro territorio di una lobby spregiudicata e convinta di rimane impunita, che fin dall’inizio ha pensato di piegare ad atti illegittimi non solo qualche sindaco o funzionario compiacente, ma l’intera collettività, l’intero Consiglio comunale e i partiti di governo della città e della Provincia di Grosseto.

Questa lobby strumentalmente ha prima preteso di accreditare il ridicolo numero di 356 unità lavorative da occupare nei lavori ordinari dell’ippodromo, a cui fornire in quel luogo un alloggio nelle cosiddette foresterie, e poi ha preteso di accreditare la legittimità della vendita di tali abitazioni sul mercato. Il tutto attraverso atti pubblici chiaramente illegittimi e che oggi il Tribunale del Riesame conferma come tali.

Sui pubblici amministratori è calata la prescrizione dei reati commessi. Ma negli ultimi dodici anni questa vicenda ha pesantemente segnato la vita politica di Follonica: si sono registrate molte lacerazioni, con dimissioni in seno a diversi Consigli comunali, alle Giunte e nei partiti; molti hanno abbandonato la politica sfiduciati e amareggiati.

Oggi i partiti che governano sia la Provincia di Grosseto, sia la città di Follonica portano un’eredità molto pesante e, anziché tacere, dovrebbero fare una seria autocritica sulla vicenda Ippodromo di Follonica e proporre di sanare questa perdurante violazione della legalità e delle regole di convivenza civile.

I danni al territorio sono stati ormai consumati e le abitazioni sotto sequestro giudiziario probabilmente torneranno nella disponibilità del pubblico.

Allora la Politica dia un segnale riparatorio: destini e vincoli quelle abitazioni per soddisfare la richiesta di edilizia economico popolare. In tal modo la collettività potrà avere memoria di una vicenda vergognosa, ma anche memoria di una svolta e di una indipendenza riconquistata.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista e ReteAmbienteGr

Due gran belle risposte alla sig.ra Bramerini

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Dall’Amiata ho ricevuto molte note di sostegno e di solidarietà.

Due gran belle risposte alle posizioni della sig.ra Bramerini sono arrivate da Andrea Marciani di Manciano da Ubaldo Giardelli di Follonica.

Andrea Marciani:

Servono centrali più sicure
La Regione imponga a Enel tecnologie più pulite
Sul rapporto, non giunga a conclusioni sintetiche

Come può fare qualunque cittadino dotato di una connessione in rete, siamo andati a consultare il sito ARS della Regione Toscana.
E come può fare chiunque sia dotato della pazienza di sfogliare le centinaia di pagine del rapporto sulla geotermia, abbiamo constatato che una certa difformità tra le conclusioni sintetiche e la sostanza del documento effettivamente esiste.
Non ci interessa entrare nella polemica sul numero dei decessi, perché riteniamo che anche 99 morti in eccesso dovrebbero essere un numero sufficiente ad ispirare ai nostri amministratori un moto di solidarietà e protezione per i loro cittadini.
La geotermia gode di una erronea immagine di naturalità, dovuta al fatto la maggior parte di noi ritiene che sia la messa a frutto di vapori geotermici che verrebbero comunque emessi dai bacini magmatici, ma questo non corrisponde al vero. I vapori che attivano le turbine delle centrali provengono da perforazioni che vanno a captarli a grandi profondità (4 o 5.000 metri), sono quindi vapori che non sarebbero mai giunti in superficie o quantomeno sarebbero arrivati depurati dall’azione filtrante di uno strato di migliaia di metri di suolo.
Ogni bacino vulcanico ha le sue peculiarità, le centrali geotermiche dell’Amiata purtroppo sprigionano enormi quantità di CO2 (maggiori persino di quanti ne sprigionerebbe una centrale a carbone di pari potenza) anidrite solforosa, arsenico, vapori di mercurio ed una lunga lista di altri temibili inquinanti. Negli anni 80, quando sono stati aperti i tre pozzi principali delle centrali dell’Amiata, non esistevano procedure di “Valutazione d’impatto ambientale” e non esistevano tecnologie diverse da quelle utilizzate all’epoca dall’Enel, ma nel 2011 sono disponibili diverse soluzioni tecniche con scambiatori di calore che evitano che i vapori profondi del bacino vengano dispersi nell’atmosfera.
La stessa Enel detiene un brevetto ad “impianto binario” che ha già utilizzato con successo in USA ed in Canada.
Ci sembra che, invece di polemizzare sull’effettivo conteggio delle vittime e di minacciare assurde querele nei confronti di comitati spontanei impegnati nella difesa della cittadinanza, i nostri assessori regionali ad Ambiente e Salute dovrebbero, attenendosi ad un semplice principio di precauzione, imporre all’Enel il passaggio a quelle tecnologie pulite, cominciando dal costruendo 4º pozzo di Bagnore ed in seguito, in un ammodernamento progressivo, a tutti gli altri pozzi già in esercizio.
Non si vede perché, infatti, una grande azienda italiana debba negare ai suoi concittadini quelle stesse premure che usa invece ai cittadini americani.

Giardelli Ubaldo:

Non ha detto cosa? assessore Bramerini? che i morti sono “solo” 99…??
Non entro nel merito, ma ritengo che la domanda del Barocci “quanti morti servono?”, cioè quante sofferenze sono necessarie perchè gli amministratori si decidano a considerare più importanti le persone che i profitti aziendali? l’interesse generale rispetto a quello di pochi? meriti una risposta più articolata del “Non ho detto questo”

Vorremmo sapere, assessore, se Lei non consideri 99 morti (ma è scritto chiaramente che sono 535), comunque, un’enormità. Una cifra inaccettabile, assurda, su cui indagare ulteriormente fermando l’avvio di ulteriori impianti.
Sono quasi cento famiglie sprofondate nel lutto, dolore e sofferenza, è il nostro ambiente violentato, il nostro cielo preso a discarica, le nostre acque avvelenate…non Le basta?? cosa vuole di più? quale è il limite?

Mi sembra invece che si voglia solo sopire, minimizzare, rassicurare… e per chi fa domande, pone obiezioni o semplicemente riporta i “vostri” dati: denunce e querele…ma non appartiene ad un partito “sedicente” Democratico? o anche qui mi sono sbagliato?? o forse, semplicemente, non conosce il significato di Democrazia? ed è lì per caso…
Personalmente mi sembra, sempre che mi sia concesso, che il suo intervento faccia coppia con il rapido cambio di giubba del presidente della provincia Marras sull’Inceneritore di Scarlino, quando una Commissione d’Inchiesta Pubblica, autorevole ed indipendente, a fronte di innumerevoli errori, omissioni e falsità, terminò i suoi lavori con un’affermazione netta, precisa, non equivocabile “ la VIA (autorizzazione) non doveva essere data, e va ritirata in autotutela”….
Autotutela per la provincia, e soprattutto, tutela per la salute dei cittadini.
Queste conclusioni sono state prima interpretate (come fa Lei con quelle dell’ARS) poi, ovviamente, disattese, spazzate via…. la VIA riconcessa (sarà il TAR a giudicare quanto legalmente), i colpevoli degli errori mai trovati….la salute dei cittadini messa sotto le scarpe.
No! non ce ve la caverete così, le vostre minacce non ci fanno paura….abbiamo smesso di aver fiducia di voi e dei vostri sporchi giochi politici fatti sulla nostra pelle….per gli interessi di altri….