Tre probabili cause di inquinamento di Arsenico nelle acque potabili

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Sabato 12 maggio nella sala consiliare del Comune  di Castel del Piano si è svolto un convegno su  “Arsenico e acqua potabile: tra limite normativo e rischi per la salute” organizzato da SOS Geotermia.

Invitato a relazionare ho prodotto e consegnato alla Stampa una serie di documenti, che smentiscono chiaramente i tentativi di ARPAT di manipolare una realtà documentata.

Il titolo della relazione, accompagnata da diapositive che vengono pubblicate è stata: “Perchè danno informazioni errate? Perché non vogliono o non possono rimuovere le tre probabili cause di inquinamento di Arsenico nelle acque potabili?”.

 


Successivamente alle feroci polemiche e sempre incomplete risposte dei Sindaci, SOS Geotermia ha diffuso e consegnato alle redazioni locali i documenti  citati nel seguente pdf e sul sito web SOS Geotermia.

I guadagni di Pottino

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In Maremma c’era un detto popolare: “Si fa i guadagni di Pottino che bruciava lenzuoli per vendere la cenere” per segnalare una scelta in evidente perdita con cui si distrugge un bene prezioso per ricavarne un’altro di minore valore.

Questo vecchio detto si addice bene alle scelte attuali della Regione Toscana in materia di energia geotermica e acqua potabile. Mentre sull’Amiata, per favorire il soggetto Enel (di fatto privato) nella produzione di energia dai vapori geotermici, si stanno prosciugando le riserve idriche, che, segnalate sul bacino superiore a -80 m di profondità, in questi giorni e nonostante le grandi piogge di quest’anno non sono state ancora trovate a -300 m, sulla costa, da Scarlino all’Argentario, si approvano progetti del soggetto Acquedotto del Fiora (nel quale detta legge il socio privato) per impiegare l’energia a dissalare l’acqua di mare per renderla potabile.

Sembra incredibile, eppure sta avvenendo che si distrugge una riserva idrica fondamentale per la nostra collettività, che, senza le fonti di acqua dell’Amiata, diverrà dipendente dall’energia necessaria per dissalare il mare, quando tutte le più ragionevoli previsioni ci dicono che in futuro l’energia costerà sempre di più e i vapori geotermici andranno ad esaurirsi. Appunto la Giunta regionale brucia lenzuoli per vendere la cenere!

Perché sta accadendo questo? Il fatto è che questi dirigenti politici (in carriera) fingono di ignorare (o ignorano davvero) che gli azionisti privati, sia in Enel per l’energia che in Acea per l’acqua, valutano normalmente la convenienza dell’investimento nel breve periodo di pochissimi anni e mai potrebbero accettare investimenti che possono ripagarsi solo dopo qualche decennio, perché il sistema creditizio bancario privato non lo consente. Così se le risorse, l’acqua o l’energia, sono gestite dal privato, Acea o Enel, è normale che si facciano solo quegli investimenti che possono produrre utili nel breve periodo. Ma per la collettività non è valido lo stesso calcolo. Nei tempi lunghi di decenni la convenienza cambia spesso di segno e si inverte. Questo è il caso dell’energia e dell’acqua. Questo è il motivo per cui in tutti i testi di Economia politica si assegna un ruolo decisivo e centrale alla gestione pubblica di tali risorse. E’ proprio nell’ottica del breve periodo che non si investe nella manutenzione della rete del Fiora, che perde da molti anni il 46% dell’acqua immessa nella rete; tale investimento, infatti, si ripagherebbe solo dopo decenni, come lo fu quello per la realizzazione dell’acquedotto del Fiora. Invece si preferisce investire nei dissalatori da realizzare in terra ferma. Per questi motivi la raccolta delle firme tra i cittadini per indire i referendum e impedire la privatizzazione della gestione dell’acqua sta registrando un successo inatteso, nonostante i tentativi di boicottaggio dei soliti dirigenti dei partiti di centrodestra e centrosinistra.

Sarà un caso che questi dirigenti politici pubblici finiscano la loro carriera politica nei Consigli di Amministrazione di tali società private?

Coordinamento delle Associazioni ambientaliste (Legambiente esclusa)
e dei Comitati ambientali della provincia di Grosseto