L’insostenibile geotermia toscana

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Sabato 25 gennaio scorso a Casole d’Elsa, in una Sala Convegni molto affollata, si è discusso fino a tarda ora di Geotermia in Toscana.

Il Forum Ambientalista, aderente a SOS Geotermia, ha presentato e illustrato queste diapositive per dimostrare la tesi che la geotermia in Toscana non può essere genericamente definita una fonte energetica sostenibile e rinnovabile.

Sull’Arsenico nelle fonti del Fiora

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Ceroni ha affermato che SOS Geotermia avrebbe diffuso notizie dai contenuti “diffamatori e allarmistici”, in particolare che l’Acquedotto del Fiora avrebbe distribuito acqua con valori di Arsenico “superiori a quelli consentiti dal decreto legislativo 31 del 2001” e minaccia querele, come fanno spesso coloro che non sopportano l’esercizio della critica.

Comunicato stampa in risposta al Presidente dell’Acquedotto del Fiora

Ceroni ha affermato che SOS Geotermia avrebbe diffuso notizie dai contenuti “diffamatori e allarmistici”, in particolare che l’Acquedotto del Fiora avrebbe distribuito acqua con valori di Arsenico “superiori a quelli consentiti dal decreto legislativo 31 del 2001” e minaccia querele, come fanno spesso coloro che non sopportano l’esercizio della critica.
Ceroni sbaglia per diversi motivi. Intanto quanto ha affermato non risponde al vero e per verificarlo basta andare nel sito del coordinamento SOS Geotermia, dove sono raccolti tutti i comunicati stampa e gli interventi, per rendersi conto che non abbiamo mai sostenuto che l’Acquedotto del Fiora ha distribuito acqua al di fuori dei limiti consentiti. Abbiamo detto cose diverse. Ad esempio, che le deroghe alla norma praticate nel decennio trascorso, interrotte solo nel 2011 dalla Commissione Europea perché scandalose, con le quali la Regione Toscana ha ottenuto dal Ministero della Sanità di poter autorizzare il gestore a distribuire acque con contenuto di Arsenico diverse volte superiore a quei limiti, non erano correttamente giustificate, mancando gli interventi per rimuovere le cause di inquinamento e non avendo informato i cittadini dei rischi che correvano nel bere quelle acque. Su queste omissioni fanno fede e testimonianza le interrogazioni presentate da Consiglieri regionali e provinciali, discusse nelle sedi istituzionali, di cui Ceroni non può fingere di non sapere. Se non le ricorda, le può ritrovare facilmente e vedrà che abbiamo ragione.
Noi del Forum Ambientalista, che aderisce a SOS Geotermia, abbiamo documentato di recente altro e forse è quello che abbiamo documentato a disturbare molto il signor Ceroni. Intanto abbiamo denunciato attraverso molti documenti della locale USL e Arpat che non è vero che l’Arsenico ai limiti di legge, cioè con valori vicino ai 10 microgrammi/litro, sia sempre stato presente nelle sorgenti dell’Amiata. Ragion per cui Ceroni ha sbagliato a sostenere che l’Arsenico nelle concentrazioni registrate nelle sorgenti dell’Amiata è frutto di un fenomeno naturale. Diciamo questo anche sulla base di una lettera che abbiamo reso pubblica sabato scorso a Castel del Piano, scritta dal precedente Presidente dell’Acquedotto del Fiora, Rossano Teglielli, il quale, rispondendo ad una richiesta formale di documenti, riferiva fatti importantissimi. Per prima cosa riferiva della crescita dell’Arsenico registrata solo negli ultimi anni nelle fonti del Fiora, poi riferiva che non corrispondeva al vero quanto scritto in Delibera dalla Regione Toscana, circa l’esistenza di studi di natura idrogeologica che avrebbero dimostrato la naturalità dell’Arsenico nelle fonti del Fiora. Questo è il punto dolente. La nostra Associazione ha chiesto tali studi ma non li ha potuti ancora vedere. Se Ceroni li ha, li renda pubblici.
Il motivo probabile di questo scontro dialettico, per cui abbiamo persino dovuto sopportare l’accusa di “terrorismo” da un segretario del Pd è che il Pd non vuole rimuovere le cause del probabile peggioramento della qualità delle acque dell’Amiata, perché altrimenti dovrebbe stabilire chi ha diritto ad utilizzarle: i cittadini per uso potabile e artigianale o l’Enel per i suoi profitti.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista Grosseto,
aderente a Sos Geotermia.

Tre probabili cause di inquinamento di Arsenico nelle acque potabili

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Sabato 12 maggio nella sala consiliare del Comune  di Castel del Piano si è svolto un convegno su  “Arsenico e acqua potabile: tra limite normativo e rischi per la salute” organizzato da SOS Geotermia.

Invitato a relazionare ho prodotto e consegnato alla Stampa una serie di documenti, che smentiscono chiaramente i tentativi di ARPAT di manipolare una realtà documentata.

Il titolo della relazione, accompagnata da diapositive che vengono pubblicate è stata: “Perchè danno informazioni errate? Perché non vogliono o non possono rimuovere le tre probabili cause di inquinamento di Arsenico nelle acque potabili?”.

 


Successivamente alle feroci polemiche e sempre incomplete risposte dei Sindaci, SOS Geotermia ha diffuso e consegnato alle redazioni locali i documenti  citati nel seguente pdf e sul sito web SOS Geotermia.

Che i Sindaci difendano il risultato del referendum

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A nome del direttivo del Forum Ambientalista di Grosseto ho chiesto ai Sindaci di esprimersi nel merito di quanto Claudio Ceroni presidente di una società che gestisce il servizio pubblico dell’acqua ha affermato sulla stampa locale ovvero che, nel caso di autoriduzzoni, saranno applicati gli interessi di mora.

Sul sito del Forum il comunicato per esteso.

In alto i calici

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Nei giorni scorsi ho ricevuto questo testo da parte di Carlo Carlucci, lo pubblico oggi con i bellissimi risultati che ci ha regalato il refrendum.

Mi sembra il modo migliore per festeggiare con l’intenzione di non perderci di vista perché la lotta per i beni comuni continui e la volontà popolare venga rispettata!

Dedico idealmente questo breve intervento per l’acqua a Roberto Barocci e alla sua dedizione.

Laudato sii o mi Signore per sora acqua.

Sorella acqua è delle banche, quella dei fiumi cileni è dell’Enel. Insomma rimane il sole e l’aria, poi se l’energia solare coi pannelli si estende, in nome della privatizzazione si darà il sole in gestione alle banche… No, anche per restare fedeli a S.Francesco, che non toccava la proprietà fondiaria, almeno l’acqua è pubblica, cioè di tutti e pazienza se siamo in Italia e la rete idrica è un colabrodo, il sistema di distribuzione fatiscente etc. L’acqua è di tutti, come l’aria e il sole. Già hanno l’acqua minerale col walzer delle cifre.

L’abilissimo Cerboni presidente dell’acquedotto del Fiora in innumerevoli incontri/scontri ci spiegava i vantaggi di aver affidato l’acqua al Monte de’ Paschi di Siena e ogni qualvolta che qualche cittadino ostinato reclamava con troppa enfasi che ‘sora acqua’ non poteva andare a gestori privati, con molta calma ed eleganza minacciava di andarsene e qualche volta se ne andava.

Per dire come vanno le cose. E non stiamo a rivangare la posizione del Pd a riguardo e come Bersani sia oscillato dal no, al ni, al si, per ritornare al ni.

Purtroppo non vi sono opzioni, trucchi, sgami, scorciatoie, l’acqua è un bene pubblico, per principio ( e per S.Francesco) è sacrosanta, non può essere lottizzata, è il minimo comun denominatore della nostra democrazia ( o quello che ne resta).

Chi ne discute la proprietà è già out, come Renzi che sempre più appare oramai politico mediatico, uomo per tutte le stagioni. Ci ha illuso per un po’, ha avuto forse buon gioco dopo la seriosa e vuota prosopopea del sindaco Dominici, ma è già da mettere tra le figurine che già si avviano ad essere fuori corso.

La politica non si sa più che cosa sia o dove sia, ma la gente del movimento referendario per l’acqua, un nome complicato che nasconde qualcosa di semplice e profondo, non può delegare alle banche, alle grandi multinazionali questo nostro bene primario. Punto e basta, dobbiamo tornare a ragionare in termini di beni primari, elementari.

L’acqua è di per sé la cartina di tornasole con cui valutare chi e che cosa. Il discorso di Renzi in difesa del (suo) no come risposta al referendum è capzioso e rivelatore della sua involuzione, forse più che il suo viaggio ad Arcore.

Rifiutare i rappresentati del popolo dell’acqua ad Annozero o alla trasmissione di Floris è rivelatore del punto cui sono arrivati i conduttori televisivi cosiddetti all’opposizione. Saranno anche personaggi scomodi per B&B, ma tutto sommato e bene o male sono funzionali a questo stato di cose.

La difesa del popolo dell’acqua invece non è funzionale a niente. Si dice che questo bene primario non può essere oggetto di lucro e quindi affidata a Banche che perseguono quello che sanno bene di perseguire, o alle multinazionali che si sa bene quello che sono. Basta.

L’attività del comitato referendario ( nome bruttino che nasconde una verità profonda) è il riappropriarsi, è l’ergersi a difesa di qualcosa di sacrosanto. Non ci vuole niente per capirlo. Dietro i referendari non c’è più la politica ma qualcosa di molto più profondo, non traducibile a parole. Per questo Santoro e Floris pur se emarginati od estromessi dai canali ufficiali non possono invitare ai loro talk shows gente che si è tenuta ferma a un principio.

Sorella acqua e in definitiva le ragioni profonde della vita sulla Terra, prima di soccombere, chiedono l’ultimo, estremo aiuto. La gente dei comitati referendari, e i referendum vinti saranno un’ulteriore momento nel cammino del cambiamento, sa che questa è una battaglia decisiva. Non certo da talk show televisivi.

Carlo Carlucci