Convegno del M5S sulle bonifiche dei terreni e falde idriche

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La relazione, che il sottoscritto ha tenuto sabato scorso a Scarlino Scalo, ha un titolo che può apparire provocatorio: “Una bonifica, a difesa della salute e nel rispetto della legge, che gli Amministratori del PD non hanno voluto realizzare”.ENVIRONMENTAL EMERGENCY - EMERGENZA AMBIENTALEMa la evidente e innegabile prova dell’inefficacia dell’azione amministrativa locale, provinciale e regionale è data dai numeri oggi trasmessi dalla locale agenzia Arpat agli Ispettori dell’Istituto Superiore di Protezione Ambientale, che per conto del Ministero dell’Ambiente hanno compiuto diverse ispezioni a Scarlino. Secondo tali dati, pubblicati nel corso del convegno a Scarlino, l’inquinamento da Arsenico, un pericoloso cancerogeno, si è esteso nelle falde idriche sia in profondità che verso Follonica con concentrazioni costanti nel tempo, pari a diverse centinaia di volte superiori ai limiti di legge. Questo è il quadro preoccupante che emerge oggi dopo i 27 anni trascorsi dall’inizio delle prime procedure di bonifica sui siti del Casone di Scarlino, iniziate nel 1987, e che, dopo numerosi lavori di messa in sicurezza e bonifica autorizzati e certificati dagli amministratori locali come efficaci, avrebbero dovuto eliminare l’inquinamento.
Inoltre, nonostante le numerose diffide inoltrate dagli ambientalisti, gli Enti locali, amministrati dal PD, hanno autorizzato e certificato negli anni passati bonifiche che erano parziali e hanno compiuto diverse omissioni di legge, che sono state così riassunte dalla Stampa, presentando al pubblico in sala la documentazione allegata:
1- i progetti di bonifica non hanno determinato le fonti inquinanti delle falde e, in particolare, non è mai stato quantificata la quantità di Arsenico distribuita con i fumi emessi con la fusione delle piriti, nonostante che anche gli studi dell’Università di Siena la ritenesse necessaria ed utile (vedi Studio Tiezzi del 2002);
2- non hanno indagato sui terreni collocati oltre i confini delle singole proprietà, pur sapendoli inquinati per la presenza di ceneri di pirite interrate (vedi sezioni geologiche di Ambiente Spa del 2004);
3- hanno lasciato terreni con concentrazioni di As molte volte superiore ai limiti di legge, tramite analisi di rischio errate, che non hanno esaminato la diffusione di Arsenico tramite le falde profonde, anch’esse inquinate (caso del Gr 72-S.Martino).
Infine, i soliti Amministratori del PD, nonostante che i monitoraggi post bonifica dimostrassero la persistenza delle cessioni di Arsenico alle falde (vedi bacini fanghi Solmine), non hanno voluto accollare all’ENI i costi di bonifica. Avendo nel frattempo comprato i terreni da ENI come se fossero davvero bonificati e, non intervenendo, nonostante le prove analitiche del contrario, hanno in tal modo accollato i costi della bonifica alla collettività.

Il power point presentato sabato richiama documenti già pubblicati in:arsenico-e-scellerati-progetti

Roberto Barocci, Forum Ambientalista Toscano