Renzi peggio del fascista Acerbo

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La proposta elettorale di Renzi è sicurramente pegiore della legge fascista Acerbo. Lo testimoniano i numeri, che fanno scattare il premio di maggioranza e gli sbarramenti.

Oggi, considerando che la Lega sia politicamente riconducibile al centro destra, esistono chiaramente in Parlamento almeno tre poli  e nel paese esistono chiaramente molte più culture politiche, che non trovano la rappresentanza sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Renzi, e con lui tutti i reazionari, vogliono imporre la esclusiva presenza in Parlamento di soli due poli, che fingono di alternarsi, come dimostrano le leggi  votate in questi ultimi venti anni, ma dando ogni volta l’illusione del cambiamento. Se il progetto di riforma elettorale viene approvato, i loro due poli alternandosi al governo, porteranno a compimento il progetto “Piano di rinascita” della P2 di Gelli, che vedeva Berlusconi tra i suoi iscritti.

Il carattere reazionario è confermato, oltre che dai numeri “premianti”, anche dal dato, anch’esso indiscutibile, dei numeri “escludenti”: essendo da tutti condiviso il fatto che il calo dei voti validi sia dovuto alla mancanza di una rappresentanza politica credibile, ciascun polo, pur contando oggi un 30-35% dei voti validi, i quali sono però circa il 50-55% degli aventi diritto al voto,  governerebbe il paese e avrebbe la maggioranza del Parlamento con il 15-20% dei consensi degli aventi diritto al voto (il 35% di 55 non supera il 20%). Governerebbe quindi rappresentando un esigua parte degli italiani.

L’articolo che segue è stato pubblicato QuiGrosseto:

La legge elettorale del piano di rinascita

Riflessione di Roberto Barocci sull’attuale sistema di voto in Italia

Loro, non più di qualche decina di famiglie di banchieri, proprietari delle più grandi banche mondiali, non hanno mai accettato che “una testa un voto”, il principio delle società socialiste di mutuo soccorso della Internazionale, diventasse una realtà, tant’è che tale pratica sopravvive a stento solo all’interno del movimento Cooperativo. Ma questi banchieri hanno bisogno che le loro scelte siano condivise in stati apparentemente democratici, dove ci si deve alternare al Governo tra due forze diverse, per dare l’illusione di possibili sogni di cambiamento. Gelli lo spiegò bene a pag.4 del suo “Piano di Rinascita”, della cui pubblicazione l’on.Amselmi non fu mai perdonata: imporre un’alternanza formale tra due poli, uno di centrodestra e uno di centrosinistra e mai un’alternanza sostanziale: nessuno deve mettere in discussione le loro “leggi” sulla libera e senza regole speculazione mondiale. Questo perché le democrazie si sono dimostrate più stabili di altri regimi e assicurano quella stabilità dei commerci mondiali, che altri regimi non riescono a garantire per lunghi periodi. Anche Aristotele preferiva una oligarchia alla democrazia, ma a differenza dei nostri moderni capitalisti, ebbe l’onestà di scrivere che la democrazia pretende “che quanti sono uguali perché sono liberi devono essere uguali da ogni punto di vista. Essendo uguali, ritengono giusto partecipare in misura eguale di ogni cosa”. I nostri moderni oligarchici sono meno onesti e all’occorrenza hanno sperimentato anche le bestiali dittature militari, ma senza successi duraturi. Nel 1953 cercarono subito di rovesciare l’anomalia della Costituzione italiana e proposero la “legge truffa”, introducendo il premio di maggioranza del 65% dei seggi a favore di quella lista, o gruppo di lista, che alla consultazione elettorale avesse raggiunto il 50% dei voti. Non ci riuscirono allora, ma ci riuscirono Segni e Occhetto con il referendum sul maggioritario, “Con il SI, SI cambia” e il Governo della P2, con la riforma elettorale già delineata da Gelli, il Porcellum, che, più violento della “legge truffa”, ha attribuito il premio di maggioranza senza aver previsto un tetto minimo da superare. La Corte Costituzionale è dovuta intervenire, ma oggi tutti i servi reazionari del padronato vogliono reintrodurre il maggioritario, perché serve il bipolarismo per garantire l’illusione dell’alternanza. In Parlamento ci sono oggettivamente almeno tre poli? Nel paese ci sono più culture da rappresentare? I reazionari non si smentiscono: i loro voti devono contare di più dei nostri.