A tu per tu

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Una lungo articolo intervista di Giacomo D’Onofrio pubblicato sul Corriere di Maremma del 2011-11-06, la riporto per intero.

A tu per tu con il fautore di tante battaglie su acqua, rifiuti, territorio e problemi ambientali
“Sono un comunista tradito dalla sinistra ma non mollo”

Roberto Barocci: “Non sono un don Chisciotte dell’ambiente. Il tempo mi sta dando ragione Alle ultime elezioni non sono andato a votare. Mi manca una rappresentanza politica”

Come mi definirei? Un comunista. Un comunista, che non rinnega nulla, ma che è deluso dalla sinistra“.

Roberto Barocci è sulla breccia da anni, ma tutto si può dire di lui tranne che abbia usato la politica per salire nella scala del potere. Comunista, come lui stesso di definisce, ambientalista della prima ora, qualcuno lo dipinge come un “incendiario” e un intransigente, capace solo di creare allarmismi su rifiuti, bonifiche, acqua e quant’altro.

Altri, i più, lo stimano – magari anche non condividendo nulla delle sue posizioni – per la coerenza, la serietà, la competenza che mette in ogni battaglia. Nativo di Ancona, vive in Maremma da più di trent’anni. “Faccio parte di una generazione fortunata – dice – perché abbiamo potuto scegliere dove lavorare e io ho scelto la Maremma“.

Galeotta fu l’università di Firenze, dove Roberto Barocci (una laurea in Scienze agrarie e forestali) conobbe la sua futura sposa, Giuliana. E l’amore lo portò a Grosseto, dove per trent’anni ha insegnato Economia e Estimo all’Istituto tecnico per Geometri.

Una lunga militanza in Democrazia Proletaria, poi il passaggio in Rifondazione comunista. Nel’99 è candidato presidente della Provincia: raggiunge il 28% ed entra in consiglio provinciale con una pattuglia di due consiglieri, che poi salgono a tre in corso di mandato.

Nel 2009 ci riprova, ma il quadro è completamente mutato: “In quella fase la sinistra era già divisa – commenta – Il Pdci decise di candidare l’ex parlamentare Marco Rizzo, Sel si alleò con Marras e tutti insieme abbiamo disperso un patrimonio…“.

Della politica ha un’idea ben precisa: “L’ho sempre usata per le mie battaglie ambientaliste, non mi sono mai fatto usare“.

Dei suoi vecchi compagni “con cui – precisa – sono rimasto in buoni rapporti umani“, salverebbe soltanto Raniero Amarugi “per la sua onestà che ci è stata a tutti di esempio“.

E oggi?
Continuo le mie battaglie, ma fuori dai partiti. La sinistra è divisa, ma fondamentalmente onesta. C’è qualche carrierista che non dovrebbe starci, ma insomma, restiamo persone perbene“.

Barocci per chi ha votato alle ultime elezioni?
Non sono andato a votare. Mi manca decisamente una rappresentanza politica. Molti mi accusano di aver usato temi ambientali per fare politica; è esattamente il contrario: ho usato la politica per portare in essa e nelle istituzioni i temi e le emergenze ambientali, ma non ho trovato ascolto. Eppure basta che piova e ci sono i morti; dal ’93 a oggi 73 alluvioni e danni a non finire, ma ormai sembra diventata la norma. Succede anche qui da noi: si costruisce dove non si dovrebbe: si alzano gli argini e si costruisce a ridosso. Il che significa avere un fiume pensile“.

La sinistra l’ha delusa?
Io mi sento ancora comunista, non rinnego nulla, ma certo, mi sento deluso. Soprattutto per i tradimenti storici. Alcuni ci hanno provato a realizzare il comunismo: penso ai trotzckisti. Ma sono stati i primi a subire la repressione stalinista. Oggi non trovo coerenza fra dichiarazioni e atti. Pensi alla Tirrenica. La sinistra ha detto: ‘sì fatela, ma un po’ più a monte’, mentre al Politecnico di Milano si parla della Tirrenica come esempio di assoluta non applicazione del rapporto fra costi e benefici. Lo trovo scandaloso! Potrei fare altri esempi: le bonifiche, i rifiuti, l’acqua, per la quale in Regione si sta ormai andando verso un’unica Ato per l’intera toscana. E i nostri sindaci di sinistra? Non si accorgono che stanno perdendo totalmente la possibilità di esprimere la loro opinione? Ho fatto i conti: i sindaci dell’Amiata, tutti insieme conteranno per lo 0,55% nella futura assemblea dell’Ato dove siederanno 286 comuni! E’ un assurdo in termini di efficacia ed efficienza! Anche perché nel frattempo i 50 comuni meno popolosi della Toscana avranno una quota complessiva dell’1,57% e i 12 più popolosi il 28%. Davanti a questo esproprio di partecipazione e di democrazia la sinistra – parlo di Rifondazione e di Sel – si è limitata ad avallare il percorso. Per me è indecente e incomprensibile“.

Lei non ha mai avuto la tessera del Pci: sempre oltre?
Alla fine degli anni ’60 aderii al Movimento studentesco di Mario Capanna e quindi a Democrazia Proletaria. Poi, sul finire degli anni ’80 siamo confluiti in Rifondazione comunista, che è riuscita nell’impresa di sperperare un patrimonio elettorale sopra il 10%. Eppure i suoi dirigenti sono ancora lì…“.

Si sente un don Chisciotte dei nostri giorni, impegnato a combattere contro i mulini a vento?
Per nulla! Il tempo è galantuomo e ci sta dando ragione. Dieci anni fa quando dicevamo che l’autostrada non si ripagava tutti ci prendevano per matti; oggi lo confermano anche Bargone (presidente di Sat, ndr) e il ministro Matteoli, tanto che per ridurre i costi non fanno la variante e le complanari. E a proposito di don Chisciotte: le sembra che i temi ambientali siano stati affrontati e risolti? Oppure la situazione è peggiorata? La crisi economica in atto è oppure no l’effetto di una riduzione delle risorse? Queste cose le dicevo anche ai miei studenti del Geometri: non si può crescere con questi ritmi e pensare che possa durare”. Qual è la sua soluzione? “Un cambiamento deciso degli stili di vita, individuali e collettivi. E poi applicare un protezionismo europeo ambientale e sociale, perché dobbiamo difenderci da Cina e India. Il liberismo è fallito e non ci rendiamo conto che competere con realtà come India e Cina vuol dire abbassare le tutele dei lavoratori e dell’ambiente. Nell’inverno del ’44/45 gli operai di Torino e Milano saldarono i locomotori per impedire – a rischio della vita – che i tedeschi portassero via le macchine dalle nostre fabbriche. Era egoismo o realismo? Oggi invece si trasferisce la produzione dove costa meno in termini di lavoro e di tutela ambientale, che sono due facce della stessa medaglia”. Non la convince neppure Beppe Grillo? “Grillo mi affascina per i cinque punti (le cinque stelle) che propone, ma allo stesso tempo mi preoccupa perché non dice nulla su tutto il resto. Penso alla solidarietà verso gli immigrati, all’accoglienza, alla riduzione dei consumi, alla garanzia dei diritti sociali. Mi dispiace ma torno sempre al solito punto: è sostenibile per noi, in termini di diritti sociali, competere con India e Cina che quei diritti non li hanno? Per me è solo concorrenza sleale verso l’Europa! Non mi pare di dire cose di sinistra: questi sono concetti liberali! Prendiamo la carta dei diritti dell’ uomo, dove c’è scritto che i bambini non devono andare a lavorare, ma a scuola!

E’ disilluso al punto da non sperare in nessuno?
No, no: io non sono un disilluso. E infatti continuo a dar battaglia, perché come dicevo prima, il tempo ci sta dando ragione. Spero nei giovani che scendono in piazza per chiedere un cambiamento. La partita, grazie a loro, non è chiusa. Io continuerò a lavorare per mettere insieme le persone su temi concreti, indipendentemente dalle appartenenze, perché molti steccati non hanno più ragione di esistere“.

E’ credente?
No, non ho il dono della fede. Tuttavia nella mia formazione ha inciso profondamente don Milani. Recentemente ho riletto alcuni suoi scritti: ce ne fossero di cattolici educati come lui!

Non si riconosce alcun errore?
Francamente no. E non è presunzione: ho condotto le mie battaglie sempre con onestà intellettuale e – ripeto ancora – il tempo mi sta dando ragione. Sono stato accusato di intransigenza e di poca disponibilità ai compromessi: beh, non è così. I compromessi li ho cercati, anche alle Provinciali del 2009 con Marras sul no all’incenerimento e al cdr. E’ lui che non ha ceduto di un millimetro“.

Oggi si parla molto degli “ambientalisti in cachemire” e di quelli puramente ideologici. Lei sente di appartenere agli uni o agli altri?
Io credo di rappresentare un ambientalismo razionale, che si è formato con docenti universitari che in tempi non sospetti ammonivano sul fatto che le risorse del pianeta non erano inesauribili e che era stupido non tenerne conto. Dentro l’ambientalismo, poi, ci sono diverse matrici. Ho conosciuto anch’io ambientalisti in cachemire, che difendono il paesaggio quasi esclusivamente perché hanno proprietà da tutelare. C’è poi l’ambientalismo ispirato alle religioni orientali: gli animalisti. Li rispetto, pur non appartenendomi la loro cultura. E c’è anche un ambientalismo emozionale: persone che temono la scienza e il progresso e le malattie che possono derivarne. Anche loro vanno rispettati“.

Barocci quante denunce ha preso per le sue battaglie?
Quattro, ma tutte archiviate su richiesta dei Pm, che hanno sempre scritto che le mie argomentazioni erano e sono suffragate da documenti inoppugnabili“.

Ma la tentazione di lasciar perdere, di dire: ‘chi me lo fa fare’ gli è mai venuta?
Mai. E’ un fatto di coscienza. Come diceva don Milani: se si ha la consapevolezza dei problemi non si può tacere. E ancora: ‘L’obbedienza non è una virtù’. Quanto è vero!

E in famiglia? Mai stufi di vederla sempre sulle barricate?
Guardi, mia moglie (sorride, ndr) vorrebbe separare il patrimonio perché teme per la casa. Comunque, no, stufi mai. Semmai mi brontolano per un eccesso di impeto e per il mio carattere che a volte risulta un po’ aggressivo“.

Ai giovani che consiglio dà?
Di studiare, di lavorare e solo nel tempo libero di dedicarsi alla politica. Che non può essere ridotta a un mestiere per far carriera. Deve essere un percorso volontario, a tempo, con un ricambio rapido e veloce“.