La Sentenza del Consiglio di Stato n°505/2019 ci ha dato ragione: l’inceneritore di Scarlino non è a norma e sono state annullate per la quinta volta le autorizzazioni al suo funzionamento, a dimostrazione della legalità praticata dalla Giunta regionale del presidente Rossi.

L’arroganza della Giunta regionale di Rossi è stata ridimensionata e me ne sono rallegrato:

Ma questa volta ci sono novità importanti. Nella Sentenza del Consiglio di Stato è scritto nel punto 12.3 di pagina 11, con il quale si accoglie il secondo motivo di appello, che è: “concernente il mancato rispetto delle prescrizioni previste dall’art.8 del D.Lgs. n.133 del 2005 per la riduzione delle emissioni nell’aria delle sostanze inquinanti prodotte nel corso del procedimento di incenerimento”.
Tale articolo, confermato successivamente dall’art.237-octies, comma 3 e 4 del D.lgs. 152/2006 e dall’art. 15 del D.lgs. 46/2014 è stato inutilmente richiamato in tutti i nostri scritti alla Regione dal 2015 ad oggi.
E’ una norma importante, introdotta dal Parlamento italiano al fine di distruggere le cancerogene Diossine, che si formano nelle camere di combustione dei rifiuti. Prescrive le condizioni progettuali dei forni degli inceneritori di rifiuti, condizioni progettuali facilmente verificabili, purché lo si voglia, sia dalla struttura regionale procedente al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, sia dall’Ente di controllo ARPAT, in quanto comportano dimensioni, forme e aspetti fisici facilmente misurabili nei progetti dell’impianto.
Ma ciò che altri Magistrati dovranno accertare è se tale norma sia stata rispettata dal 2005 ad oggi, quando l’inceneritore ha smaltito i rifiuti.
Come ha scritto l’Istituto di Ricerca sula Combustione del CNR, l’ente pubblico più prestigioso in materia esistente in Italia, per rispettare tale norma l’altezza dei forni della Scarlino Energia dovrebbe essere raddoppiata, l’uscita fumi portata nell’estremità superiore del forno e dimezzata la potenza.
A noi non risulta che le dimensioni di quei forni siano state adeguate dal 2005 ad oggi e nessun ricatto occupazionale può modificare queste condizioni fisiche dei forni.

Pertanto penso che ne dovranno arrivare altre, di Sentenze, anche più pesanti per il signor Periccioli, che se la prende con i Magistrati:Mi ricorda un altro Presidente…ma aspettiamo altri atti compiuti “in nome del popolo italiano”
Roberto Barocci,
Forum Ambientalista