AIA all’inceneritore di Scarlino: una sintesi di quanto pubblicato dall’ing. Rabitti

Lo scorso 6 settembre 2018 l’ing. Paolo Rabitti ha pubblicato sulla sua pagina facebook, delle nuove considerazioni sulla delibera regionale che concede l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) all’inceneritore di Scarlino nonostante sia fuori legge, come da relazioni del CNR di Napoli e dei Consulenti del Giudice Civile di Grosseto nell’ambito della c.d. Class Action.

Di seguito una mia sintesi:

Quei forni, costruiti negli anni ’60 per l’arrostimento della pirite e modificati nel 1996, hanno una forma che non permette, con le portate di fumi autorizzate, di rispettare le successive leggi comunitarie e nazionali 1, che fissano un parametro fondamentale per evitare la formazione di diossine durante la combustione dei rifiuti: il tempo minimo di 2 secondi di permanenza dei fumi ad almeno 850 °C nella camera di combustione dopo l’ultimo ingresso di aria.

La funambolica Delibera regionale, in merito alla suddetta norma, prima afferma che l’ARPAT ha documentato il rispetto degli standard imposti dalla legge2, poi la chiama previsione normativa3, infine la trasforma in una prescrizione4.

Quindi con una doppia capriola la Giunta regionale trasforma quello che prima era uno standard imposto dalla legge (Gli impianti di incenerimento devono essere progettati, costruiti…), in una prescrizione da verificare più avanti. Questo appare un monstrum giuridico, su cui si azzufferanno gli avvocati, ma la questione più significativa è sapere come si è proceduto per rispettare la stessa norma nelle tre precedenti AIA, concesse agli stessi impianti, nel 2009, 2012 e 2015. Nel 2012 e nel 20155 si sono date prescrizioni mai rispettate, come scrive la stessa ARPAT5 in merito al rispetto dei BREF (documento sulle Migliori Tecnologie Disponibili) inerenti alla modellazione fluidodinamica (CDF)6 una procedura computerizzata basata sulle dimensioni dei forni che serve a verificare il flusso dei fumi per ottimizzare la combustione impedendo la formazione di diossine: È utile sottolineare il riferimento chiaro del BREF alla modellazione fluidodinamica dei forni. La modellazione CFD era già una prescrizione della precedente AIA, tra l’altro in fase di scadenza. Il gestore richiede 18 mesi per l’implementazione della modellazione. È necessario richiedere tempi più ristretti […]

Ma contrariamente a quanto dice ARPAT nel 2015, i tempi per il rispetto di tale prescrizione erano già scaduti in ottobre 2014, essendo l’AIA del ottobre 2012 con prescrizione di produrre il CFD entro 24 mesi7. Per l’AIA del 9 settembre 2015 i 18 mesi scadevano ai primi di dicembre 2016 . Siamo alla fine del 2018 ma la modellazione è ancora latitante. Chi, se non l’ARPAT doveva verificare il rispetto delle prescrizioni?

E ancora: nel citare la disposizione normativa sul tempo di permanenza minimo di 2 secondi a temperatura di 850°C, la Delibera della Giunta regionale riporta solo la prima frase, ma non la seconda: “Tale temperatura e’ misurata in prossimità della parete interna della camera di combustione, o in un altro punto rappresentativo della camera di combustione indicato dall’autorità competente”. Orbene, in nove anni l’autorità competente (ARPAT) non ha mai indicato il punto in cui controllare tale temperatura e la ragione è molto semplice: questo punto non può essere specificato perché non c’è, come evidenziato dal CNR e dai CTU, a causa della geometria dell’impianto che non è adatto a bruciare rifiuti ma ne ha incenerito centinaia di migliaia di tonnellate.

A tutti noi sorgono parecchie domande. E a voi?

Roberto Barocci


Note

  1. Si tratta del Dlgs 133/2005, art. 8 c. 3 e del D.Lgs 152/2006 art 237-octies, c. 3, oggi vigente, che riporta la stessa identica frase del 133/05 art.8: “Gli impianti di incenerimento devono essere progettati, costruiti, equipaggiati e gestiti in modo tale che, dopo l’ultima immissione di aria di combustione, i gas prodotti dal processo di incenerimento siano portati, in modo controllato ed omogeneo, anche nelle condizioni più sfavorevoli, ad una temperatura di almeno 850 °C per almeno due secondi. Tale temperatura e’ misurata in prossimità della parete interna della camera di combustione, o in un altro punto rappresentativo della camera di combustione indicato dall’autorità competente. […]. ↩︎
  2. Si tratta della DGRT n° 879 del 30.07.2018 in cui è scritto: “RILEVATO che [..] è stata acquisita nota di ARPAT [..] del 22/09/2015 nella quale, sulla base di quanto già espresso dall’Agenzia nel corso del procedimento [..] e richiamando gli art 237-octies c.3 e c.4, si rileva che secondo i dati di progetto presentati dal proponente vi sono le condizioni per ritenere gli STANDARD IMPOSTI (maiuscole mie) dal D.lgs 152/2006 rispettati” ↩︎
  3. TENUTO CONTO che l’elemento sottolineato nella diffida trova, peraltro, risposta nelle PREVISIONI NORMATIVE (maiuscole mie) e, precisamente, nell’art. 237-octies, comma 3, D.Lgs. n. 152/2006, il quale impone che “I gas prodotti dal processo di incenerimento sian portati, in modo controllato ed omogeneo, anche nelle condizioni più sfavorevoli, ad una temperatura di almeno 850°C per almeno due secondi” ↩︎
  4. Si tratta delle prescrizioni recepite nei documenti tecnici D e D1, allegati e parte integrante della DGRT n°879 del 30.07.2018: ” l’entrata in funzione dell’impianto dovrà essere preceduta dalla verifica prevista all’art. 237-octies comma 7″ ↩︎
  5. ARPAT-Conf dei servizi del 08_09_2015 – Allegato A al Contributo Tecnico del Dip Grosseto n° prot. cl.GR.01.11.16/9.145, pagina 586 del Supplemento al Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 43 del 28.10.2015 ↩︎
  6. A cosa serve il CFD lo spiega il nuovo BREF comunitario nella versione Draft in progress 2017 (WI_5_24-05-2017_web.pdf) al punto 4.2 ↩︎
  7. Provincia di Grosseto, Allegato Tecnico 1 alla Det. Dir. n° 2988 del 24/10/2012, pag. 221, Prescrizione n° 3 : “Si prescrive che dovrà essere sviluppato uno studio fluidodinamico computazionale del forno entro 24 mesi dall’ottenimento dell’AIA”. ↩︎