Mesi fa gli esponenti locali del Movimento per la Decrescita Felice (MDF) e ARS, mi hanno contattato in quanto ambientalista che praticasse le indicazioni di Maurizio Pallante e potesse presentarlo in occasione della presentazione a Grosseto del suo ultimo libro “Destra e Sinistra Addio, per una nuova declinazione dell’uguaglianza”.
Nella mia presentazione di Pallante e del suo libro ho sottaciuto, all’epoca, un tema che ci avrebbe diviso per un dissenso profondo, preferendo utilizzare l’evento per valorizzare gli altri aspetti della decrescita, che condivido.
Ora, a distanza di mesi, posso rendere esplicito tale dissenso.
Maurizio Pallante, sia nel libro, che nella sua presentazione a Grosseto (disponibile su Youtube) sostiene:
La destra, obiettivamente, fa crescere di più l’economia e la suddivisione ingiusta dei profitti consente di aumentare la quota dei profitti che viene investita perché diminuisce la quota dei profitti che va ai consumi. Se invece si cerca di fare scelte più giuste aumenta la parte dei consumi, ma diminuisce la quota destinata agli investimenti. Un’economia più ingiusta aumenta i consumi, produce più investimenti e aumenta la crescita. Nel far crescere l’economia la sinistra è strategicamente perdente. La destra, proprio perché più ingiusta, riduce l’intervento dello stato e lascia mano libera al privato.
Su questo punto credo che Pallante sbagli, poiché il suo riferimento può essere corrispondente a quanto è storicamente successo solamente nelle fasi di ripresa o espansione economica, che normalmente seguono ai periodi di crisi e di guerra con la distruzione delle capacità produttive eccedenti prodotte dal sistema economico liberista.
Nel secolo scorso ben due guerre mondiali sono state volute per distruggere gli apparati produttivi eccedenti, in concorrenza tra loro, manifestatesi con due precedenti crisi da sovrapproduzione. Solo nelle fasi di ripresa può capitare quanto descrive Pallante che però non mette nel conto le distruzioni di vite e beni compiute con le guerre.
Oggi stiamo vivendo una stagnazione di lungo periodo con la distruzione pacifica degli impianti europei (delocalizzazione) sostenuta da una strisciante terza guerra mondiale con la distruzione militare e destabilizzazione degli Stati (Afganistan, Serbia, Iraq, Libia, Siria, Crimea) produttori di petrolio o dei paesi candidati all’attraversamento delle condutture di metano senza che ci sia una fase di espansione.
Quindi sbaglia Pallante a dimenticare le fasi di stagnazione e recessione (guerre comprese) e descrivere solo le fasi di espansione. Egli non fa onore a prof. Claudio Napoleoni, un grande insegnante di Economia, che pure ringrazia al termine del suo libro.
Quella Sinistra, che ha sempre denunciato gli effetti perversi e disastrosi del liberismo, del libero mercato, delle crisi da sovrapproduzione (che periodicamente produce il libero mercato), delle guerre (che da tali crisi si generano), non ha nulla a che fare con la Destra e con i liberisti, che affollano anche partiti della così detta Sinistra italiana.