Inceneritore di Scarlino stop dal TAR

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Il quotidiano on line 0564news del 19-11-2011 ha realizzato un intervista a Barocci e Fedi sullo stop all’inceneritore di Scarilino da parte del TAR.

Il Tar della Toscana ha di fatto fermato l’inceneritore di Scarlino annullando tutti gli atti autorizzativi all’incenerimento, annullando la Valutazione positiva di Impatto Ambientale che la Giunta Provinciale ha voluto concedere all’inceneritore di Scarlino, sulla base delle Determinazioni a firma del Dirigente Sammuri.

Sia il Comune di Follonica, che i Comitati e le Associazioni Ambientaliste avevano promosso ricorsi al TAR.

Abbiamo chiesto al prof. Roberto Barocci un commento a caldo sulla notizia.

“Posso fare un primo commento, ha detto Barocci, pur non avendo letto la sentenza, ma conoscendo perfettamente gli atti, che ci parevano privi di legittimità, prodotti dai dirigenti dell’ente che infatti furono impugnati sia dal Comune di Follonica che dalle Associazioni ambientaliste. Veniva elusa non una normativa di poco conto, ma una legislazione concepita e voluta dalla Comunità Europea a difesa della salubrità del territorio e della salute dei cittadini. Due valori fondamentali della nostra Costituzione. Gli atti dichiarati illegittimi dal Tar sono sulla Valutazione di Impatto Ambientale e quanto è stato deciso in quei documenti allora è avvenuto non per assicurare un altro vantaggio alla salute della collettività, ma per consentire una attività di carattere economico ad un soggetto privato. Pertanto è stata una violazione di grande gravità etica e morale, prima che politica e amministrativa. I partiti che sostengono questi amministratori, Italia dei Valori, Sel e Pd hanno da meditare a lungo su queste scelte.

Come può fare affermazioni così gravi? Cosa avete contestato alla Provincia?

Diversi motivi. Il primo è che la Scarlino Energia richiese le autorizzazioni per l’ammodernamento tecnologico e interventi di riqualificazione ambientale ed energetica della centrale elettrica di Scarlino, come se quello di Scarlino fosse una centrale elettrica, mentre in realtà era un nuovo inceneritore e la legislazione relativa a inceneritori di nuova attivazione pone condizioni molto più attente alle autorizzazioni. Di fatto, lo stesso Comitato di Inchiesta Pubblica, composto da cinque esperti nominati dalla Provincia di Grosseto a fine 2009 per la valutazione delle procedure messe in atto e adottate dalla stessa Provincia, concluse all’unanimità scrivendo che non si poteva procedere alla verifica dei vincoli relativi all’ammodernamento di una preesistente centrale elettrica, quando invece si trattava della possibile verifica dei vincoli sulla realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento rifiuti.

Ma allora si è trattato solo di un errore formale?

L’errore formale ha coperto la sostanza. Cioè l’impianto proposto è un adattamento di forni molto vecchi e non risulta avere le caratteristiche minime di rendimento energetico richieste per un inceneritore di rifiuti, che deve effettuare il recupero energetico, ai sensi della normativa italiana vigente e delle direttive europee. Quindi l’impianto non poteva essere autorizzato alla combustione di rifiuti. Quando il Comitato d’Inchiesta ha chiarito questo aspetto la Scarlino Energia ha modificato il dato fondamentale della potenza elettrica reale o attiva. senza giustificarlo.

Su questi aspetti pensiamo che anche la Magistratura penale dovrebbe verificare e indagare.

Ma è solo un problema energetico? Dove si fonda la critica per una scarsa considerazione della salute della popolazione?

Considerando l’impianto preesistente, la Valutazione di Impatto Ambientale non ha verificato la capacità dell’ambiente, cioè della piana di Scarlino/Follonica, a sostenere, nei limiti stabiliti dalla legge, ulteriori emissioni previste con l’introduzione in quell’ambiente di un nuovo inceneritore di rifiuti. E tutti sanno che in quel territorio si sono in precedenza ampiamente superati i limiti di emissioni per alcuni inquinanti cancerogeni, come l’Arsenico. Tant’è che tutta la piana deve ancora essere sottoposta a bonifica.
In sintesi è come se per le strade di una città, dove è stato decretato il divieto di circolazione di tutte le auto, perchè si sono ampiamente superati i limiti di legge per alcuni inquinanti pericolosi per la salute pubblica, si fosse consentito ad un’automobile privata di circolare, solo perchè quell’auto ha superato il singolo collaudo e singolarmente rispetta i limiti di emissione. Eludere la legislazione quando sono in gioco sostanze cancerogene è un fatto che va molto oltre gli aspetti legali. E Testimonia la qualità etico morale di questi amministratori.

Tra i sottoscrittori del ricorso anche Renzo Fedi, Coldiretti di Scarlino, che esprime soddisfazione fortissima, con un unico neo: ancora una volta il TAR della Regione Toscana non ha riconosciuto la costituzione in giudizio dei comitati ambientalisti, anche se esprimono la volontà di centinai di cittadini, mentre il Consiglio di Stato, di solito, li riammette in giudizio.

Vittoria Guglielmi

Il potere dell’ENI

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Dopo la denuncia dei ritardi inspiegabili a difesa delle acque e falde idriche, non ancora bonificate da ENI, l’assessora all’Ambiente della Provincia di Grosseto, Patrizia Siveri, ha voluto ancora una volta rassicurare che nei prossimi mesi si provvederà.

Ecco il nostro comunicato in merito:

L’assessore provinciale all’Ambiente Patrizia Siveri, forse non ha colpe ed è probabile che non sappia quello che dice: “Tutto procede secondo i tempi previsti – commenta e aggiunge- “Buone notizie anche per quanto riguarda le gallerie di scolo delle miniere di Niccioleta, Ballarino, Fenice, Accesa e Gavorrano: le attività di indagine, iniziate il 23 agosto si concluderanno a settembre 2011. Si prevede, quindi, entro il 2012 la definizione di tutti gli interventi e ci auguriamo il contestuale inizio delle bonifiche”.
La Siveri forse non sa che tali miniere sono state inserite, con la prescrizione dell’inizio dei lavori “a breve termine”, nel primo Piano regionale di Bonifica del 1993, a seguito di una legge nazionale del 1987, della legge regionale 29/93 e di indagini condotte allora dalla USL, che dal 1988 certificavano la pericolosità sia delle discariche minerarie, sia delle acque in uscita dalle miniere. Sono passati oltre venti anni e le disposizioni di legge, in particolare i sei mesi di tempo per iniziare i lavori di bonifica, le ordinanze e le richieste di fideiussioni al soggetto responsabile dell’inquinamento, cioè l’ENI, sono state tutte ripetutamente e consapevolmente omesse a danno della collettività e ad esclusivo vantaggio del soggetto privato. Per legge, l’ENI avrebbe dovuto eseguire le bonifiche entro sei mesi, lo ripeto per l’assessora Siveri: la legge è uguale per tutti e contano poco gli accordi con ENI, se questi accordi non sono rispettosi delle leggi. I sei mesi decorrono dal momento in cui è certificata la pericolosità per la salute e per l’ambiente. La certificazione ufficiale è del 1993 mentre l’assessora ci parla invece delle nuove ennesime indagini che si concluderanno nel 2011 e dei lavori, che , forse, inizieranno nel 2012 !!
Prima di lei hanno rilasciato dichiarazioni del tutto simili e tranquillizzanti l’ex sindaco di Massa M.ma, Luca Sani, l’allora assessore Sammurri, poi la Bramerini e ancora il Presidente Scheggi. A conferma si leggano i titoli dei quotidiani locali: “Maremma, 23 discariche abusive da bonificare (La Nazione del 2.12.1996), “La Campiano presenta 19 progetti per le bonifiche (La Nazione del 19.4.98) “Scocca l’ora delle bonifiche “ (La Nazione del 21.2.99) “Le bonifiche minerarie ora stanno diventando realtà” (Il Tirreno del 31.5.2001), “Il presidente assicura:presto le bonifiche” (Il Tirreno, 6.3.2003).
C’è una realtà che molti sanno e chi governa in Toscana non può dire: se si vuol fare carriera politica, bisogna piegarsi agli interessi del soggetto privato ENI, anche omettendo di applicare la legge. Ne è prova l’ex sindaco di Montieri, Russo, l’unico che ha emesso contro la Spa ENI una Ordinanza, nel rispetto della legge e che ha poi piegato in Tribunale la multinazionale alla bonifica della miniera di Campiano e del fiume Merse.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista