Destrutturare il legame tra partiti e finanza

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Pubblico il mio intervento a proposito dell’articolo di Asor Rosa su Il Manifesto del 17 novembre 2010 pubblicato da Il manifesto del in risposta all’articolo di Giudo Viale del 7 novembre 2010.

Premesso che collaboro volentieri con Asor Rosa nell’analisi dei problemi locali e nelle iniziative della Rete dei Comitati sul territorio toscano, perché ritengo positivo il ruolo svolto dalla Rete, tuttavia debbo criticarlo per quanto ha scritto sul Manifesto di ieri, là dove indica le modalità per vincere nelle comuni azioni. Egli dopo aver segnalato in tre punti gli ostacoli sempre presenti nelle attività del movimento ambientalista, propone le modalità per superare i conflitti.

Sintetizzo questi ostacoli indicati da Asor Rosa:

  1. il conflitto insanabile con i poteri forti;
  2. una opinione pubblica distratta;
  3. la sordità di tutte le forze politiche di governo, sia quello centrale che quelli locali.

Su questi conflitti siamo tutti d’accordo. Ma mentre il primo viene ritenuto da Asor Rosa naturale per coloro che vogliono difendere i beni comuni, gli altri due protagonisti dei conflitti vengono ritenuti “nemici occasionali” del movimento ambientalista. Sono d’accordo per quel che riguarda l’opinione pubblica, ma non per le forze politiche. Asor Rosa conclude il suo ragionamento affermando che le forze politiche sono “recuperabili” in questo modo: “allargando intorno a sé (cioè intorno al movimento dei Comitati) il consenso popolare e premendo in maniera decisamente più autorevole sulle forze politiche, locali e nazionali: cambiandone anche, cammin facendo, la natura.”

L’esperienza concreta di questi ultimi venti anni ci ha dimostrato alcuni fatti, che elenco e che chiedo di valutare:

  1. i poteri forti sono sempre più in difficoltà ad estrarre profitti in Italia dal lavoro produttivo di manufatti. Se da una parte stanno delocalizzando le industrie di manufatti, in Italia stanno sempre più concertando con i governi locali e nazionali i modi per estrarre rendite parassitarie dal reddito complessivo delle famiglie. Hanno ottenuto dai partiti, di centro destra e di centro sinistra, la gestione, in termini monopolistici, di servizi a domanda rigida alle famiglie (acqua, rifiuti, trasporti, viabilità, energia…), realizzando un accordo politico nazionale, spartitorio a livello regionale, che ha già prodotto dalla fine degli anni ’90 forti cambiamenti strutturali;
  2. si sono nel paese strutturate molte decine di società miste di gestione di tali servizi “pubblici”, che stanno distribuendo una parte delle rendite percepite a molte centinaia di uomini e donne in carriera politica nei partiti di governo locale, sotto forma di lauti stipendi nei consigli di amministrazione di tali società e, in modo più penetrante nella società, di stipendi garantiti ad una moltitudine di giovani “clienti politici”, collocati in uffici di progettazione tecnica o di amministrazione, costituitisi in SPA di Servizio alle pubbliche amministrazioni, sempre più prive di personale e di trasferimenti finanziari dallo Stato;
  3. I gruppi dirigenti nazionali dei partiti nel frattempo hanno cambiato la loro pratica, garantendo la carriera politica solo ai fedeli, scelti per cooptazione dai vertici nazionali e premiati con gli strumenti sopra rammentati. Non è un caso l’eliminazione concordata delle preferenze alle elezioni, la scelta del candidato unico nei collegi elettorali del maggioritario, la diffidenza verso le primarie ecc. ecc.

Questi tre fenomeni hanno strutturato nel paese una realtà materiale e un legame molto forte, organico, tra i partiti e il padronato finanziario. Se questi fenomeni non vengono visti, denunciati e destrutturati, quindi combattuti senza compromessi con chi li vuole invece alimentare, allora ci si può anche illudere di poter condizionare, cammin facendo, le scelte di questi partiti, di cambiarne la natura, ma credo che si rimanga nel mondo delle speranze e fuori dalla storia.

Roberto Barocci
Forum Ambientalista Toscano
Coordianmento dei Comitati della Provincia di Grosseto