Giugno 2014, sullo smaltimento rifiuti ancora il primato dell’incenerimento contro gli interessi collettivi

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Sappiamo dai dati di Bilancio di molti Comuni italiani, pubblicati e convalidati dal Ministero dell’Ambiente, che sono notevolmente aumentate le entrate collegate alle raccolte dei rifiuti urbani con il sistema del porta a porta, grazie alla vendita delle materie prime recuperate dai rifiuti. Infatti, con tale sistema di raccolta, oltre ad aumentare le quantità di carta, cartone, vetro, plastiche e metalli recuperati, sono migliorate le loro qualità e le industrie oggi pagano, in media, secondo la convenzione Anci/Conai (vedi gli allegati tecnici), da dieci a cento volte tanto le partite di rifiuti che contengono una modesta frazione estranea. Viceversa, con i cassonetti stradali il materiale raccolto non ha spesso valore commerciale per la presenza in esso di frazioni estranee.

Dal 2011, da quando a Grosseto è stata avviata con successo la raccolta porta a porta, oggi estesa a due quartieri, abbiamo chiesto di conoscere le quantità e i valori incassati allo scopo di sommare tali entrate alle minori spese che il Comune affronta per il fatto che con il porta a porta oltre il 73% dei rifiuti prodotti non vanno più a smaltimento, ma vengono differenziati nelle abitazioni e recuperati. Non ci siamo riusciti. I dirigenti del Comune di Grosseto hanno risposto che non conoscono tali dati e abbiamo verificato che ad oggi non li conosce neppure il Sindaco. Sembra impossibile, ma un’ottima giornalista de “Il Tirreno”, Francesca Ferri, ha nel frattempo verificato i fatti da noi denunciati.

Da rifiuti a materie prime - InvitoPer questo motivo abbiamo deciso di organizzare un convegno per presentare le esperienze già realizzate altrove, che garantiscono più occupazione e minori tariffe ai cittadini e per denunciare l’anomala realtà della nostra provincia. Al convegno sono intervenuti Enzo Favoino, tecnico molto competente e Fabio Lucchesi, dell’organizzazione Rifiuti Zero di Capannori.

L’assessore al Bilancio, Borghi, intervistato sembra darci ragione, ma ad oggi nulla è cambiato. Eppure, le due voci (mancate spese per il mancato smaltimento e maggiori entrate per la vendita delle frazioni recuperate) sono le maggiori voci tra i tanti vantaggi economici, occupazionali, energetici… diretti e indiretti che si hanno con il recupero dei materiali. I consiglieri di opposizione, dal M5S al Centro destra hanno espresso il loro consenso alle nostre richieste e denunciato apertamente la scarsa trasparenza della Giunta.

Il Comune di Grosseto ha affidato da anni ad un privato con un corrispettivo forfettario, attraverso una convenzione rinnovata annualmente, il compito di valorizzare i materiali recuperati dai rifiuti

Da rifiuti a materie prime - RelatoriNonostante le dichiarazioni fatte al nostro convegno e rilasciate alla stampa dell’assessore all’Ambiente Tei, i dati completi (quantità e valori separati in funzione delle modalità di raccolta) non ci sono stati forniti, né a noi, né alla stampa e né ai consiglieri di opposizione. Quale interesse pubblico persegue il Comune di Grosseto quando annualmente cede ad un privato le materie raccolte stipulando un contratto, senza sapere quantità, qualità e valori economici registrati a consuntivo dell’anno precedente per lo stesso servizio? E soprattutto, come può una Giunta scegliere le forme di raccolta: con i cassonetti stradali o con il porta a porta, se non può comparare i vantaggi e gli svantaggi delle alternative praticabili? E’ evidente che a monte c’è una scelta politica non confessabile. La situazione di Grosseto è generalizzabile a tutta la provincia e discende da scelte fatte in ambito di ATO/Sud.

Pertanto, abbiamo proposto a tutti i comuni della provincia la costituzione di Osservatori partecipati, a costo zero per gli Enti locali, con lo scopo di rendere trasparenti i dati e le valutazioni del Servizio, i cui costi sono in costante e fortissimo aumento, e abbiamo anche sollecitato i consiglieri tutti ad effettuare sul tema Consigli comunali aperti per appropriarsi di scelte che competono loro e non ai Gestori del Servizio, come oggi sembra che avvenga contro ogni regola. Tale proposta è stata portata direttamente all’attenzione del Sindaco del capoluogo. Aspettiamo una risposta.

Il quadro che emerge da queste vicende ci porta a molti dubbi circa la effettiva volontà politica di diversi Amministratori dell’ATO/Sud nel perseguire gli obiettivi europei e nazionali, continuando a privilegiare la scelta dell’incenerimento dei rifiuti a danno degli interessi della Collettività, come ha correttamente denunciato il portavoce del Comitato Beni Comuni della provincia di Grosseto

 Roberto Barocci, Forum Ambientlista Grosseto, aderente al Comitato Beni Comuni.