Aggiornamento 2014 sullo stato d’inquinamento da Arsenico nella piana di Follonica/Scarlino

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Gli ultimi dati del 2014 sull’inquinamento da Arsenico delle falde idriche di Follonica-Scarlino confermano quello che andiamo sostenendo da anni: finora gli Enti Locali hanno approvato progetti di bonifica solo parziali e non risolutivi del pericolosissimo problema, continuando a sottostimarlo.

Stiamo parlando di un fenomeno che, per chi non conosce i dati del processo produttivo che lo ha generato, è molto difficile da comprendere, perché la nostra mente non riesce a immaginarlo (se non ci credete, provate a concepire i numeri che verranno di seguito prodotti). La legge prescrive che siano quantificate e individuate tutte le fonti inquinanti, cosa che finora non è stato fatto dagli Enti pubblici locali. Da questa constatazione sono derivate le denunce pubbliche delle Associazioni ambientaliste, riportate correttamente dal “Il Tirreno”.

Quanto Arsenico è stato distribuito dagli impianti Eni di Scarlino? Dove è stato collocato? Gli Enti locali lo aveva inizialmente richiesto ad Eni, poi, concluse le inchieste giudiziarie del 2001/2002, se ne sono dimenticati. Quanti litri d’acqua possono oggi essere inquinati da tale dispersione? Quanto tempo occorrerà affinché il fenomeno sparisca con le tecniche messe in atto o ipotizzate? Trattandosi di una sostanza cancerogena, le varie agenzie pubbliche di protezione dell’Ambiente non dovrebbero rispondere a queste domande?

Nello Studio dell’Università di Siena(1) del 2002 del prof. E.Tiezzi, confermato da un successivo studio del prof. Riccobono, si leggono le quantità di polveri e ceneri di Pirite disperse dai forni a Scarlino: si sono fuse in media ogni anno 770.000 tonnellate di pirite, per un totale di 7.700.000 tonnellate negli ultimi 10 anni di esercizio dell’impianto. Le piriti contenevano Arsenico in quantità solo apparentemente modesta: quelle provenienti dalla miniera di Boccheggiano, che ne forniva la maggiore parte, avevano As pari a 1.090 ppm (0,109%); minore è il contenuto di quelle provenienti da Niccioleta e da Gavorrano, in via di esaurimento nell’ultimo decennio di esercizio.

Ipotizzando un contenuto medio di 800 ppm (0,080%) di As, abbiamo per 10 anni di esercizio 7.700.000 x 800:1.000.000 = 6.160 tonnellate di Arsenico, contenuto sia nelle ceneri che nelle polveri. Infatti, non essendoci traccia di Arsenico nel prodotto finito (acido solforico), 6.160 tonnellate di As sono finite tra i rifiuti o sono state disperse, non essendo state portate in nessuna discarica autorizzata.

L’ARPAT, organo tecnico di riferimento per gli Enti locali, avrebbe dovuto rapportare le tecniche di bonifica a queste quantità. non lo ha fatto e ha replicato minimizzando. Lo stesso ha fatto la Provincia di Grosseto.

ARPAT ed Enti locali continuano a separare la bonifica delle superfici da quella delle falde sottostanti, come se i due processi di inquinamento fossero separati ed indipendenti. E’ evidente che sbagliano perché le acque di falda, che a monte non contengono Arsenico non possono che essere inquinate da quei terreni. Solo transitando sotto pochi metri da quei terreni, subiscono un pericoloso inquinamento da Arsenico. Altra soluzione al problema non può esistere e preoccupa tanta apparente ignoranza. Tant’è che gli Enti Locali continuano ad approvare progetti che nei prossimi 15 anni prevedono di recuperare e smaltire correttamente solo qualche decina di kg di Arsenico. Abbiamo dovuto rammentare che continuano a sbagliare.Non c’è stata ad oggi risposta.

Lo studio dell’Università di Siena, stima 5.390 tonnellate di Arsenico disperse nei terreni della piana come polveri fini dai camini in 10 anni, escludendo le ceneri e le polveri pesanti, gran parte delle quali sono interrate anch’esse nella pianura di Scarlino, depositate nel famoso panettone sprofondato nella falda superficiale o “smaltite” illegalmente nella miniera di Campiano.

Quindi, nell’ipotesi ragionevole che in soli 10 anni di esercizio siano stati dispersi nell’ambiente Arsenico pari a 6.160.000.000.000.000 microgrammi (2) = 6,16 x1015; considerato che il limite di potabilità per le acque è di 10 microgrammi per litro di Arsenico, la capacità inquinante delle polveri è stata pari a 616.000.000.000.000 litri di acqua, corrispondente a 616 miliardi di metri cubi d’acqua. Ma poiché la nostra mente non ha la capacità di immaginare questa quantità, è necessario fare dei paragoni: essa corrisponde ad un volume pari ad  una massa d’acqua alta 1760 metri, quanto il monte Amiata, che staziona sopra tutta la pianura di Grosseto, che si estende da nord a sud, da Braccagni all’Alberese, per un totale di 350 Km2. Ora pensatela sommersa da questa massa d’acqua da bonificare.

Ho già dimostrato, attraverso tante lettere, che riferivano pubblici documenti, inviate al Comune di Scarlino e poi pubblicate nel mio ultimo libro(3), quanto sia stata scellerata la scelta delle Amministrazioni Meozzi/Bizzarri, poi Bizzarri/Stella rimandando l’applicazione della legge sulle bonifiche. Tale legge doveva essere realizzata dal fin 1986 e invece hanno accollato alla collettività l’onere di bonifica, non utilizzando i dati del monitoraggio del dott. Filippi, che dimostravano oggettivamente che la bonifica dei “Bacini Fanghi Solmine”, in capo ad ENI, non era stata realizzata correttamente. Ritenendo che permanga l’idea bizzarra che il tempo possa far scomparire questo inquinamento, penso necessario che si comprenda l’entità quantitativa del fenomeno, che secondo gli ultimi studi pubblicati coinvolge(4) anche il Comune di Follonica.

Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto

  1. E.Tiezzi, “Concentrazione anomala di Arsenico e altri metalli pesanti presenti nel suolo della Piana di Scarlino – Analisi della documentazione tecnico- scientifica”, pag.26-27, Siena Ottobre 2002.

  2. Equivalenze: 6.160 tonnellate di Arsenico =  6.160.000 chilogrammi = 6.160.000.000 grammi = 6.160.000.000.000 milligrammi= =6.160.000.000.000.000 microgrammi.
  1. pagine 140-150 in: http://www.barocci.it/roberto/pdf/arsenico-scellerati-progetti-2edz.pdf

  1. Ci si riferisce alla Tavola 4b allegata a “Progettazione Operativa Unitaria della Bonifica delle Acque della Piana di Scarlino – Ottobre 2013, realizzata da Ambiente-ingegneria ambientale e laboratori per conto del Comune di Scarlino e presentata alla Conferenza dei servizi del Comune di Scarlino nel febbraio 2014