Inceneritore di Scarlino e presunti conflitti d’interesse

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Il quotidiano on line 0564news del 06-12-2011 ha realizzato un articolo sulla conferenza stampa, tenuta assieme a Renzo Fedi della Coldiretti-sez Follonica, di martedì 6 dicembre 2011 sui conflitti di interesse nella vicenda dell’inceneritore di Scarilino.

Forum Ambientalista e Coldiretti Follonica chiedono che la Magistratura faccia luce sui fatti, chiuda la vicenda Rabitti e ne apra un’altra.

Gli amministratori di Regione e Provincia sono rappresentanti di un interesse pubblico o privato? E ancora:

Perché i politici hanno lanciato accuse pesanti sulla Magistratura? A difesa di un inceneritore di rifiuti privato, autorizzato illegittimamente secondo i giudici del TAR, presumibilmente dannoso alla salute, incapace di chiudere il ciclo dei rifiuti, non previsto nella pianificazione pubblica, che produce molto meno occupazione stabile delle alternative possibili e per la collettività solo tasse elevate”

Questo l’argomento della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella sala della Circoscrizione di Barbanella, indetta da Roberto Barocci (Forum Ambientalista, ReteAmbienteGr) e Renzo Fedi ( presidente della sezione Coldiretti di Follonica).

I due relatori sono partiti dalle visure camerali di Scarlino Energia dalle quali risulta una presenza finanziaria del Monte dei Paschi di Siena (tipo di diritto: Pegno) e di Scarlino Holding s.r.l. (tipo di diritto: proprietà), con Gre.co srl, che ha sede a Grosseto, e Siena Ambiente.

Scarlino Holding è una srl unipersonale, (amministratore Stefano Carnevali), con società partecipate, banche, cooperative, soprattutto Unieco il soggetto più importante.

E ricostruendo poi storie gravi di inquinamento e di permessi in odore di dubbio.

Si domandano anche se ci siano in corso conflitti di interesse clamorosi e hanno consegnato alla stampa documentazione a testimonianza di quanto affermano

Moreno Periccioli è  Presidente della società privata Scarlino Energia srl, in cui è azionista, come detto, il MPS (attraverso la partecipazione in STA Spa e in Sienambiente Spa) e che figura inoltre creditrice nei confronti degli altri azionisti.

E’ anche  Presidente dell’ATO Ombrone, cioè è il rappresentante di 56 Sindaci e dovrebbe difendere gli interessi di centinaia di migliaia di cittadini.

Al tempo in cui era Assessore in Regione Toscana, completò nel 93/94 lo “scellerato progetto”  avviato dal suo predecessore Marcucci, consentendo all’ENI di continuare a scaricare all’interno della Miniera di Campiano sia i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione della miniera stessa, sia le famose ceneri, provenienti dall’impianto acquisito da Scarlino Energia srl.

Tali rifiuti erano entrambi tossici e nocivi, come documentato e trasmesso il 27.12.93 al Periccioli dal responsabile della USL 27, che, in faceva una relazione dettagliata sulla pericolosità di tali rifiuti e sulla corretta previsione del possibile inquinamento del fiume Merse, in caso di interruzione del sistema di eduzione e trattamento delle acque interne, come di fatto avvenne.

Che le ceneri del Casone fossero tossiche e nocive, perché capaci di cedere metalli cancerogeni fuori norma, era già stabilito dal Ministero dell’Ambiente con Decreto n° 1170/92, trasmesso anche alla Regione Toscana. La consapevolezza della tossicità di tali rifiuti è confermata dagli appunti raccolti dalla verbalizzante, dott.ssa Pittaluga, nel corso delle sedute del Comitato Tecnico, in cui era presente Moreno Periccioli in qualità di Presidente di detta Commissione, appunti sequestrati dalla Magistratura di Grosseto nell’ambito di indagini. Il tutto è oggi conservato presso la Procura della Repubblica di Grosseto.

Le autorizzazioni rilasciate in quegli anni da diversi assessori regionali all’uso illecito delle ceneri di pirite dell’ENI, sono alla base dell’inquinamento accertato della piana di Scarlino.

La stessa Scarlino Energia, avendo acquisito la proprietà degli impianti da ENI, in cambio delle bonifiche, ha ottenuto dalla Provincia di Grosseto, presidente Lio Scheggi (oggi nella Fondazione di MPS) la incredibile autorizzazione a concludere le opere di bonifica in superficie a data indefinita e a rimandare, di anno in anno, la data di inizio dei lavori di bonifica della falda inquinata. Dopo oltre dieci anni dall’avvio delle procedure di bonifica. Scarlino Energia è uno dei soggetti privati beneficiati dagli Enti pubblici locali con i ritardi sui tempi di bonifica previsti dalla legge dello Stato.

“Che ci sia un conflitto d’interessi in tutto ciò, si chiedono dunque Barocci e Fedi, oltre a quale credibilità pubblica possano avere tali personaggi politici, che da una parte hanno il dovere di difendere la qualità delle acque pubbliche e dall’altra difendono contrastanti interessi privati.”

Molte le vicende che coinvolgono altri amministratori pubblici  collegate a questi fatti.

Anche nella denuncia/querela fatta da Scarlino Energia nei confronti dei Commissari del Comitato di Inchiesta pubblica, è evidente che, alla luce della sentenza del TAR, questi Commissari dicevano la verità quando proponevano il ritiro in autotutela di una autorizzazione totalmente illegittima, che il Presidente della Provincia Marrasinvece non ha voluto ascoltare, affidandosi ad un biologo dell’Università di Siena.

E’ il caso, tra gli altri, del prof. Paolo Rabitti, il quale ha comunicato che si riserva di esperire le opportune azioni giudiziarie attendendo l’eventuale arrivo della archiviazione della denuncia/querela. Infatti, per fare un esempio di più facile comprensione della gravità delle scelte compiute dalla Provincia, ipotizziamo il caso di un cittadino qualsiasi, che presenta in Comune un progetto di costruzione di una casa e che la Commissione edilizia comunale, esaminato il progetto, lo bocci per vizi di legittimità. A questo punto, il privato cittadino querela la Commissione edilizia e il Sindaco, anziché difendere il proprio organismo tecnico, incarica un biologo esterno per esprimere il parere sul progetto edilizio!!! Quindi l’operato di Scarlino Energia può apparire quale uno strumento di forzatura per ottenere che la Provincia non tenesse conto delle conclusioni della sua Commissione. Per questo viene chiesto che la Magistratura faccia luce su questi fatti.

Sul piano politico, affermano i relatori, sarebbero come minimo indispensabili le dimissioni di uno come Periccioli dagli Enti pubblici in cui ha ancora ruoli di primo piano. Pessima amministrazione per la Maremma, concludono, facendo esempi positivi, lontanissimi nella sostanza, ma vicini a noi.

In Versilia, dove una multinazionale francese sta convertendo la sua politica a favore di metodi di smaltimento che non comprendono l’incenerimento dei rifiuti, grazie all’impegno dei cittadini e dei

Partiti della sinistra uniti (Pd, IdV, Sel, Federazione della Sinistra), che hanno ottenuto la chiusura dell’inceneritore di Falascaia (Lu) e gli operai non perdono il posto di lavoro.

Vittoria Guglielmi