La salute rubata: la Toscana e il caso Amiata

Standard

“Dopo l’aria e l’acqua, la salute rubata: la Toscana e il caso Amiata concorrono al crollo dell’aspettativa di vita in salute. I Comitati replicano al governatore della Toscana Rossi in nome della democrazia e della verità logica, negate dalla Giunta Toscana.”

Conferenza Stampa lunedì 23 maggio, ore 11,30 Firenze, bar Giubbe Rosse, piazza della Repubblica

Contenuti degli interventi:

  • Dott.ssa Patrizia Gentilini, oncologa, Giunta esecutiva dell’ISDE-Italia:

… E’ chiaro a tutti che nel nostro paese a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima… i dati sono prodotti dalla Commissione Europea per la Salute, vedi in allegato 1 e grafici tratti da: http://ec.europa.eu/

Recentemente la stampa nazionale ha riportato la notizia (vedi allegato 2)… ma per invertire la rotta e risalire la china si deve investire risorse nella Prevenzione Primaria, per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendere l’informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali.

  • Dott. Michelangiolo Bolognini- medico igienista, Medicina Democratica:

In Toscana la Prevenzione Primaria è carente…”mai la Regione Toscana ha barattato la salute dei cittadini con gli aspetti economici”…( dichiarazione dell’assessore all’Ambiente Bramerini del 14/1/2011 rispondendo, con l’assessore al Diritto alla salute Scaramuccia, ad alcune affermazioni critiche). Facciamo un esempio concreto, molto collegato all’Amiata: la Regione Toscana a partire dal 2003, si è avvalsa del regime di deroga per innalzare le soglie ammissibili di arsenico nelle acque potabili, per esempio col decreto dirigenziale di proroga n. 1180 del 16.03.2007, da 10 a 20 µg/l per I Comuni di Arcidosso e Casteldelpiano e da 10 a 30 µg/l per I Comuni di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio. Anche nell’ultimo D.M.Salute del 24 novembre 2010 si approvano le deroghe richieste dalla Regione Toscana per arsenico nelle acque potabili da 10 a 20 µg/l per I comuni di Foiano e
Marciano della Chiana….Già la presenza di 10 µg/l di As significa incrementi certi di tumori maligni nella specie umana. Andare oltre i 10 µg/l vuol dire incrementare ulteriormente questi danni, anche andando
oltre il “limite di compromesso” fissato dalla norma. L’eliminazione o almeno la riduzione spinta dell’arsenico dall’acqua è tecnicamente fattibile anche se economicamente costosa….

Certi inquinanti, sempre più ubiquitari: gli “endocrine distruptor”, vari metalli presenti nel particolato ultrafine come il mercurio o l’arsenico, le nanoparticelle ecc.interagiscono direttamente con il patrimonio genetico, alterandone la sua funzionalità, anche in modo permanente ed addirittura con la capacità di trasmettere le alterazioni nelle generazioni successive.(vedi in all.3 la crescita dei tumori infantili in Italia) -Prevenire, promuovere e salvaguardare non significa contare i morti o i malati, o anche, sempre solo a volte,
misurare i cancerogeni o altre sostanze nocive che si fanno tranquillamente incrementare nell’ambiente; significa impedire, quando sia possibile e fattibile, che fattori, riconosciuti essere nocivi, possano fare danno.

  • Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto:

la risposta di Rossi, con la quale il Governatore nega la validità di tutti i temi presenti nella Diffida presentata dai Comitati, asserendo la mancanza certa di relazione tra i danni alla salute e la geotermia (all.4,a), nega validità a leggi universali della logica, riconosciute sempre vere da Aristotele ad oggi. Infatti, essendo da tutti riconosciuta come vera la relazione statisticamente significativa tra l’aumento notevole di malattie e mortalità (+13%) registrata tra i residenti dell’Amiata, in funzione di concentrazioni crescenti di arsenico, mercurio, acido solfidrico… (vedi tabelle di sintesi dello studio ARS in all.4,b)…Essendo poi ritenuta ancora come vera, documentata e certificata, l’esistenza di emissioni di arsenico, mercurio, acido solfidrico…dalle centrali geotermiche dell’Amiata (vedi tabelle in allegato 5), per la legge transitiva della logica, se le due precedenti affermazioni sono vere, allora è anche vera la conclusione: che l’incremento della mortalità registrata sull’Amiata è dovuto anche alle emissioni delle centrali geotermiche. Su questa verità non ci possono essere dubbi. Viceversa la Giunta della Regione Toscana in sostanza
smentisce tutte le leggi riconosciute valide dalla scienza matematica e statistica e, consapevolmente, ha finora omesso di applicare le norme in merito alla VIA, le quali obbligano di fare una preventiva valutazione cumulativa di tutte le emissioni di inquinanti, verificando se nuove emissioni sono sopportabili in termini di salute dei residenti. Violare le leggi in materia di difesa della salute è violare la Costituzione e la democrazia.

  • Alvaro Gori, Presidente del Comitato Ambiente Amiata:

la frazione aerodispersa è composta prevalentemente dai gas incondensabili presenti nei fluidi geotermici ed anche se essi costituiscono solo una piccola quota del vapore emesso, le grandi quantità di fluido geotermico (circa 110t/h) utilizzate da ogni centrale per il proprio funzionamento, rendono significativo l’apporto totale anche degli elementi in tracce.
Ma il criterio della legge che disciplina l’emissione dal singolo camino (quello dei due limiti in portata e concentrazioni, alternativi uno all’altro), sembra incentivare un comportamento per il quale la soluzione dei problemi di inquinamento generati da grandi impianti, possa essere risolto semplicemente giocando sulla diluizione dei flussi in uscita..
I dati sulle emissioni atmosferiche delle centrali geotermiche presenti sul Monte Amiata nelle tabelle allegate ( allegato 5), sono impressionanti e allarmanti e sono state ricavate da due studi effettuati da ARPAT.
Formalmente le centrali geotermoelettriche site nel territorio dell’Amiata risultano essere a norma della legge sulle emissioni del singolo impianto, tuttavia è opportuno evidenziare la incongruenza e l’incompletezza della norma di legge, che disciplina il singolo scarico:

1-tale norma innanzitutto non tiene conto del carico totale di emissioni inquinanti che vanno a confluire nel territorio; tale limite deve essere superato in sede di VIA, tenendo conto del fatto che sul territorio
amiatino insistono altre centrali geotermoelettriche, vecchie discariche minerarie….. Ciò non è avvenuto..
2- tale norma non tiene conto di tutte le sostanze presenti nei fluidi geotermici. I limiti più restrittivi non sono alla luce dei fatti vincolanti per gli impianti geotermoelettrici, pur essendo presenti in quantità rilevanti come nel caso del Mercurio, Boro, Ammoniaca, Arsenico etc…
3- non sono ancora regolate sostanze quali mono e bi-ossido di carbonio, boro, acido borico, metano, radon, cadmio, che possono essere presenti nei fluidi geotermici.
Emerge chiaramente la necessità di compiere una valutazione cumulativa, come ha già segnalato invano sia la Usl locale, sia l’ Arpat.

  • Velio Arezzini, del Comitato Ambiente Amiata:

di fronte alla sordità sulle criticità presenti nell’Amiata in relazione alla geotermia, abbiamo sempre accompagnato le nostre proteste e manifestazioni con proposte e richieste precise…..
Quelle che elenchiamo sono le richieste contenute nell’ ultima pagina della diffida,alla quale Rossi ha risposto in modo elusivo, ove sono riportate le nostre precise richieste alla Giunta della Regione Toscana
(legge l’allegato 6)….

Come potete constatare le nostre proposte e richieste non sono né demagogiche, né estremiste ma sono invece richieste credibili che una sana amministrazione pubblica dovrebbe avere a priorità nel proprio agire al fine di garantire la tutela dell’Ambiente, delle Risorse naturali (aria, acqua, suolo e patrimonio boschivo) e della salute dei
propri cittadini.

Qui potete scaricare gli allegati citati nel testo.

L’Amiata s’è desta contro la mortalità e la geotermia

Standard

Ricevo dal Coordinamento Ambientalista dell’Amiata la risposta agli insulti della Giunta Regianale alla MEMORIA dei tanti morti registrati in eccesso nei comuni geotermici.

Allego la Diffida (.pdf) che i Comitati e i consiglieri dell’Amiata hanno inoltrato alla Giunta Regionale e ai Sindaci.

Comunicato Stampa in risposta a Rossi

Le opinioni del Presidente della Regione Rossi, espresse sulla stampa a proposito della mancanza certa di relazioni tra emissioni geotermiche e mortalità e a proposito della normalità dei dati registrati sull’Amiata, in merito alla salute dei residenti, sembrano chiudere definitivamente ogni possibilità di dialogo e di confronto democratico. Quelle dichiarazioni sono il segno di una grande irresponsabilità, perché sull’Amiata si stanno registrando centinaia di morti in più rispetto a quelle degli altri comuni limitrofi, selezionati dai ricercatori per avere gli stessi stili di vita e rispetto ai dati registrati negli altri comuni della Toscana. Dire l’esatto contrario, come fa Rossi, è un insulto alla memoria e all’Amiata. Noi tutti gli rispondiamo sottoscrivendo una diffida (che alleghiamo), presentata da alcuni consiglieri eletti nell’Amiata e da alcuni portavoce di associazioni ambientaliste e inviata a vari amministratori, compreso il Presidente Rossi, affinché analizzino meglio tutte le criticità ambientali (inclusi i gravi danni al bacino idrico, come indicato dagli studi di Edra e dalla relazione dell’INGV e confermato dalle relazioni tecniche degli uffici regionali) e sanitarie, evidenziate dagli studi commissionati dalla Regione Toscana. Nella diffida sono contenute le nostre concrete e serie proposte per una valutazione approfondita del progetto Enel relativamente al “riassetto-sviluppo” di Piancastagnaio e all’ipotizzato raddoppio della centrale di Bagnore. Chiediamo al Presidente Rossi, agli assessori all’Ambiente e al Diritto alla Salute, ai sindaci della nostra zona, di respingere le richieste Enel di aumentare le emissioni di gas geotermici e, avvalendosi di altri esperti, di valutare le proposte dei firmatari della Diffida, per un percorso serio, che vuole tutelare le grandi risorse ambientali, idriche ed economiche e la salute dei cittadini dell’Amiata, nonché il futuro delle nuove generazioni. Grave l’affermazione di Rossi relativa “agli studi, alle analisi, alle ricerche”, che la Regione ha prodotto negli anni. Valgono esclusivamente quelli che risultano favorevoli a geotermia e Enel e si bollano quelli contrari, dicendo che disegnano “scenari catastrofici” sull’Amiata? A tale proposito, cosa ha da dire il Presidente Rossi che le centrali dell’Amiata non sono nemmeno munite di certificato di agibilità; che gli stessi impianti non sono mai stati sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale; che per quasi 50 anni la centrale di PC2 ha emesso H2S per un flusso di massa pari a 167 kg /metro cubo; che a fronte di una previsione (di fonte Enel ) per cui il livello della falda acquifera in Santa Fiora – Poggio Trauzzolo – avrebbe dovuto essere intercettato a 97 metri di profondità, è stato intercettato, invece, a oltre 300 metri; che uno dei maggiori esponenti del gruppo di lavoro dell’Universtità di Siena – a cui ricorda Rossi veniva affidata l’indagine sulla possibile connessione tra lo sfruttamento geotermico e il depauperamento dell’acquifero potabile dell’Amiata – era allo stesso tempo perito di parte Enel in cause civili presso il tribunale di Montepulciano, intentate da cittadini di Piancastagnaio per “immissioni intollerabili”. L’Amiata non è merce di scambio, né è interessata ai piani di compensazione previsti dagli accordi tra Regione Toscana e Enel. L’Amiata vanta tradizioni centenarie di lotte per il diritto al lavoro, alla salute, al rispetto del proprio territorio e saprà reagire e lottare per difendere il grande patrimonio ambientale che possiede, nonché la salute delle sue popolazioni. Le nostre vite valgono sicuramente molto di più dei profitti Enel, dei proventi pubblici dei certificati verdi e delle carriere politiche!

Coordinamento Ambientalista Amiata

19/02/2011

Sul commmissariamento degli ATO

Standard

Pubblico il documento che il Comitato referendario Grosseto Amiata Val d’Orcia ha elaborato in merito al Commissariamento anticipato degli ATO messo in campo dalla decisione della Giunta Regionale Toscana.

Il Comitato, riunitosi il 3.11.2010, ha preso in esame la decisione della Giunta Regionale riguardo al Commissariamento anticipato degli ATO acqua e rifiuti e le ripetute dichiarazioni dell’Assessore Bramerini in merito.

Tale decisione è stata giudicata dal Comitato lesiva dei principi di democrazia, cui tutti, e in primis le istituzioni,devono informare il proprio agire; infatti, nessuna consultazione è stata messa in atto, alla faccia delle tante ostentazioni verbali sulla partecipazione.

Per di più, nello stesso atto, si è portato un attacco, degno di un triste passato, alla autonomia ed alle attribuzioni dei Comuni in materia di controllo e gestione dei servizi idrici. Infatti, l’unico ruolo ad essi assegnato, nel futuro assetto,sarà quello consultivo. Va evidenziato che già la normativa attuale prevedeva la sola Assemblea dei Sindaci, senza nessun coinvolgimento della vera rappresentanza della comunità, cioè dei Consigli Comunali.

Va messo in evidenza, inoltre,che la scelta di un unico ATO per l’acqua è particolarmente irrazionale, in quanto ogni bacino idrografico ha proprie peculiarità geo-fisiche legate al territorio e la gestione dei servizi idrici ha richiesto, nel tempo, un patrimonio di conoscenze tecniche, anch’esse legate al territorio, che rischiano di essere mutilate accentrando le decisioni lontano dai territori stessi, con gravissime ripercussioni per l’efficienza e l’efficacia del servizio stesso.

Alla luce del fatto che la regionalizzazione dei servizi di pubblica utilità è tra i primi punti del programma del Presidente Rossi e che, quindi, la scelta del Commissario unico per la gestione dei servizi idrici altro non è che il primo passo per la messa in atto di una strategia della Regione Toscana che nulla ha a che vedere con la tutela degli interessi e dei diritti primari della collettività, il nostro Comitato chiede un intervento deciso del Comitato regionale :

  • di denuncia riguardo l’attacco portato alla democrazia ed ai diritti dei cittadini
  • di recupero e valorizzazione del ruolo e delle funzioni dei Consigli Comunali
  • di mobilitazione contro le decisioni della Regione.

Comitato referendario Acqua Pubblia
Grosseto Amiata Val d’Orcia

Convegno sull’autostrada tirrenica presso Arci di Scansano

Standard

Le ultime notizie provengono dalla Ragioneria Generale dello Stato, che ha fatto i conti (vedi il Tirreno del 15 aprile 2010) e si è accorta che non è affatto vero che i costi dell’autostrada tirrenica (Cecina – Civitavecchia) sarebbero a totale carico dei finanziatori privati, cioè della SAT Spa, (presidente Antonio Bargone, grande sponsor di D’Alema), come fino ad oggi hanno detto tutti i sostenitori della scelta autostradale, dal Ministro Matteoli al Presidente della Regione Toscana, prima Martini  e oggi Rossi. A parte il fatto che questa affermazione ha sempre nascosto una ipocrisia in quanto il costo di realizzazione dell’autostrada sarebbe stato  comunque a carico di tutti coloro che l’avrebbero usata, tramite i pedaggi,  ma, a conti fatti, è anche una falsità:  il costo finanziario è tale che quel tracciato autostradale non si ripaga con i pedaggi, neppure a scadenza della convenzione con la SAT (2046) e sarà lo Stato a dover rimborsare quanto anticipato dalla SAT, cioè dovrà rimborsare la bella somma di 3.700 milioni di euro, come comunicato dalla Regioneria dello Stato.  Basta fare alcuni conti.

Infatti a pag.23 della Proposta di Approvazione del Progetto Preliminare del 16.12. 2008, approvata dal Ministero delle Infrastrutture, Regione Toscana e poi dal CIPE è scritto che: “I presupposti per consentire il rimborso del debito (72,7% del costo) e quello del capitale di rischio ( i mezzi propri del concessionario SAT, pari al 19,1% del costo) con interessi sono legati sostanzialmente :…all’accollo al Concessionario subentrante, alla scadenza della concessione (con SAT), dell’investimento non ammortizzato, comprensivo degli oneri finanziari capitalizzati;”

Gli uomini locali PD in carriera, dall’on. Sani al Presidente della Provincia Marras, si sono scandalizzati nel venire a sapere che a carico dello Stato sono stati previsti 3.700 milioni di euro. Eppure era tutto scritto, ma lor signori facevano finta di non sapere, oppure non sanno leggere quanto hanno approvato e abbiamo ritenuto doveroso ricordarlo pubblicamente (vedi articolo de Il Tirreno del 17 aprile 2010).

Questa realtà ( che il costo del tracciato autostradale non fosse finanziariamente sostenibile dal soggetto privato) è stata nascosta per anni dagli amici di Antonio Bargone del Centrodestra e del Centrosinistra, che continuano a sostenere anche oggi non ci sarebbero oneri per lo Stato.

Rimane pertanto tutt’oggi valido e attuale quanto abbiamo già sostenuto in passato circa la convenienza per la collettività della messa in sicurezza della statale Aurelia con tipologia autostradale (progetto ANAS del 2001), soluzione che era stata valutata molto più conveniente per la collettività dall’unico studio comparativo di Analisi Costi/Benefici, prodotto dall’Università Cattolica e dal Politecnico di Milano (vedi power point realizzato nel 2009 autostrada-cecina-civitavecchia.ppt di circa 14MB). Forse proprio per questo motivo, per essere più vantaggiosa per la collettività, quella soluzione è stata accantonata dagli amici di Antonio Bargone, presidente della SAT Spa.

Rimane valida un’altra domanda: essendo un’opera di pubblica utilità, essendo i costi a carico della collettività e dello Stato, perchè pagare il 7% di interessi alle anticipazioni di un Istituto di credito privato, quando la Cassa Depositi e Prestiti finanzia opere pubbliche, senza oneri per il Bilancio dello Stato, a tassi tre volte inferiori? Risponderanno mai a questa domanda?