L’arsenico dalle falde di Scarlino è passato a quelle idropotabili di Follonica

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Avevamo vinto il referendum sull’Acqua pubblica e loro mantenevano le società private di gestione degli acquedotti, a cui garantivano rendite parassitarie. Continuavano a delocalizzare in Asia le attività lavorative e loro sostenevano che le libertà di movimento dei capitali erano intoccabili. Intervenivano nelle guerre in Medio Oriente, ma negavano asilo ai fuggiaschi che non avevano la libertà di scappare e di raggiungere le nostre coste. Aumentava la disoccupazione e loro continuavano a tagliare i servizi pubblici. Ero indignato.
Allora raccolsi molte delle mie carte e le feci vedere all’editore Marcello Baraghini, che, in continuo girovagare, mi aveva dato appuntamento davanti alla stazione di Orbetello. Seduti sul bordo della fontana gli dissi: “Negli ultimi vent’anni mi sono occupato di inquinamento delle risorse idriche e di salute. Ho con me molti documenti, i quali dimostrano che questi amministratori toscani sono reazionari e posso fare indignare i lettori, perché spero che dall’indignazione si passi alla resistenza”. Marcello lesse tre o quattro dei documenti più importanti e così nacque il libro. Era l’inverno del 2012. Da quando il libro è uscito dalla tipografia, si scarica da questo sito.

Nei giorni scorsi abbiamo fatto una Conferenza stampa a Follonica per denunciare la diffusione dell’inquinamento, che interessa anche le falde idropotabili di Follonica e il quotidiano “Il tirreno” ne ha dato ampio rilievo. L’assessore provinciale all’Ambiente, Siveri, ha tentato di smentire il collegamento tra le falde inquinate in comune di Scarlino e gli attigui pozzi idropotabili nll’area industriale di Follonica, ipotizzando la responsabilità degli agricoltori e, persino, un ipotetico errore dei loro computer. Ma abbiamo risposto all’Assessora che gli abbattitori realizzati da Acquedotto del Fiora sui pozzi di Follonica sono stati realizzati e pagati dagli utenti e non da coloro che hanno inquinato.

Infine sono voluti intervenire altri “yes man” cercando di spostare il problema su altri aspetti e abbiamo dovuto rispondere anche a loro, ponendo le domande in modo più esplicito. Aspettiamo le risposte, ma anche questa volta non arriveranno…